«Ciao maestro», commossi i funerali dell’ex sindaco di Canegrate Galdino Marrari
Marrari era noto a Canegrate non solo per il suo impegno politico, ma anche come insegnate delle elementari. Il sindaco di Canegrate ha descritto con affetto l'amico Galdino, il maestro Marrari e il politico con saldi principi
«Ciao, maestro Marrari». Commozione ai funerali dell’ex sindaco Galdino Marrari deceduto all’età di 93 anni. Numerosi coloro che questa mattina, martedì 17 novembre, hanno voluto salutare Marrari, originario di Porto Salvo e canegratese d’adozione, che nell’arco della sua vita è stato capace di lasciare un significativo segno nella comunità.
Marrari era noto a Canegrate non solo per il suo impegno politico, ma anche come appassionato e severo insegnate delle elementari. Un uomo colto, amante della poesia, fermo nei suoi principi e, da sindaco, sempre pronto ad aiutare i suoi concittadini «senza mai fare favori, un esempio per tutti». Dopo la funzione funebre, celebrata da don Gino Mariani, il sindaco di Canegrate Roberto Colombo ha salutato Marrari sul sagrato della chiesa con un discorso commemorativo. A presenziare, tra gli altri, il presidente dell’Anpi di Canegrate Anna Maria Castiglioni e il presidente dell’Anpi di Legnano Primo Minelli.
Il primo cittadino ha descritto con affetto l’amico Galdino, il maestro Marrari e il politico con saldi principi. «Sono qui a ricordare un amico, una persona per me di famiglia le mie figlie lo chiamano nonno. Ma soprattutto sono qui a ricordare un compagno con il quale sono stato sempre dalla stessa parte della barricata. Che è è poi la parte dei lavoratori, degli ultimi delle masse popolari che volevano contare di più nella democrazia italiana, degli antifascisti. Idee e lotte portate avanti da quello che fu il grande partito Comunista italiano di Enrico Berlinguer, il partito per il quale Galdino, io e tanti altri ci siamo impegnati tanto. Il Marrari è stato un grande maestro delle elemetari e ancora oggi, per tanti, Galdino è il maestro». Il sindaco lo ha salutato con la poesia di Neruda “Chiedo Silenzio” ed ha citato sia i primi che gli ultimi versi «Ora, lasciatemi tranquillo. Ora, abituatevi senza di me. Lasciatemi solo con il giorno. Chiedo il permesso di nascere…». Poi, un lungo applauso: «Ciao, maestro».
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.