4 Novembre, l’ANPI ricorda la Grande Guerra a San Giorgio
In occasione della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, la sezione ANPI di San Giorgio ha realizzato un approfondimento dedicato alla Grande Guerra in paese
In occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, la sezione di San Giorgio su Legnano dell’ANPI ha realizzato un approfondimento dedicato alla ricorrenza e alla Grande Guerra in paese.
GIORNATA DELL’UNITÀ NAZIONALE
La prima guerra mondiale è stata la tappa conclusiva dell’Unità dell’Italia, con l’annessione di Trento, Trieste e dell’Istria. Quest’ultima ceduta alla Jugoslavia alla fine della seconda guerra mondiale.
GIORNATA DELLE FORZE ARMATE
Siamo riconoscenti alle Forze Armate, presidio delle istituzioni repubblicane, e a tutti i nostri militari impegnati fuori area, per difendere la pace. L’articolo 11 della nostra Costituzione, nata dalla lotta di Liberazione dal nazifascismo, afferma che «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
Oggi dobbiamo riconoscere pari dignità e diritti a tutti gli esseri umani, perché l’ingiustizia, la povertà sono le radici velenose di ogni guerra e queste radici vanno estirpate senza se e senza ma. Ribadiamo l’importanza di trasmettere alle giovani generazioni la Memoria storica quale monito e testimonianza perché non si ripetano più gli orrori del passato.
LA GRANDE GUERRA
Commemoriamo le vittime di quell’inutile strage, come la definì papa Benedetto XV nel 1917. In Italia i numeri furono questi: oltre 5 milioni di mobilitati, di cui oltre 4 milioni assegnati all’esercito, 680.000 caduti, 270.000 mutilati, 1 milione di feriti, 600.000 prigionieri, 64.000 dei quali morti per stenti in mano nemica. I morti totali in tutti i Paesi coinvolti nel conflitto furono quasi 10 milioni. Di quelle centinaia di migliaia di vittime restarono alle famiglie i nomi incisi sui gelidi monumenti, a volte neppure i nomi, e la memoria sembrò dissolversi in una dimensione dai contorni sfuocati, come se quella tragedia appartenesse alla storia di un altro pianeta.
Nel distretto industriale dell’Alto Milanese (di cui San Giorgio fa parte, sia con fabbriche autonome sia con unità operanti nell’indotto di altri Comuni, nonché con la fornitura generale di manodopera) le attività di sostegno allo sforzo militare impegnarono molte aziende, prima fra tutte la Franco Tosi, che attrezzò un vasto reparto alla produzione di affusti per l’artiglieria, e la Cantoni, che produsse la stoffa per il vestiario.
SAN GIORGIO E LA GRANDE GUERRA
I cittadini sangiorgesi furono coinvolti dai provvedimenti su vari fronti: gli agricoltori dovettero rispettare i calmieri, gli obblighi di produzione e le modifiche colturali, usufruendo in parte di incentivi e di esoneri nei mesi di raccolto; gli operai delle industrie meccaniche ausiliarie furono invece assoggettati a una ferrea disciplina, con sospensione di tutte le conquiste sindacali, orari e cottimo in funzione dell’emergenza e regole di tipo militare, che prevedevano processi immediati e invio al fronte per i trasgressori maschi e licenziamenti in tronco per donne e ragazzi. Molte donne già impiegate nelle tessiture vennero dirottate come operaie nell’industria pesante per sostituire il personale maschile inviato in trincea.
Durante il conflitto crebbe la lotta operaia guidata dai sindacati per chiedere adeguamenti salariali in ragione dell’inflazione. Uno sciopero indetto nell’autunno del 1915 (pochi mesi dopo l’entrata in guerra) dalle Camere del Lavoro di Legnano, Busto Arsizio e Gallarate durò cinque giorni e vi presero parte circa 40.000 operai, contando anche quelli che si aggiunsero a Cerro Maggiore, Castellanza, Nerviano, Canegrate e San Giorgio su Legnano.
Il 2 maggio 1917 ci fu a San Giorgio su Legnano «uno sciopero delle donne causato dai disagi della guerra», specialmente per la mancanza di alimentari di prima necessità; le operaie della tessitura Restelli «entrate al mattino, subito inchiodarono i telai ed al canto di inni sovversivi e anarchici, ne uscirono, portandosi a fermare le operaie della ditta Orsi e quelle della filanda Boselli. Per due giorni fu una gazzarra infernale. Furono infranti i vetri del palazzo municipale, di vari esercenti e di qualche casa privata. Dovette intervenire la cavalleria. Fortunatamente non si ha a deplorare nessun incidente di sangue.» (fonte Chronicon).
CADUTI E DISPERSI SANGIORGESI
I militari sangiorgesi Caduti e Dispersi nella Grande Guerra furono 40, di cui 31 nati a San Giorgio; un numero molto più alto fu quello dei feriti. Non certo pochi per una piccola comunità come San Giorgio su Legnano, che nel 1911 contava 2.933 abitanti. Fra loro si ricorda la medaglia d’argento avv. Carlo Floriani, socio dell’Unione Giovani Cattolici, che partì volontario, e morì il 15 settembre 1916 sul Carso a Oppacchiasella (Opatije selo) per le ferite riportate in un’azione eroica contro un bunker austriaco. Il tenente Floriani apparteneva al 56° Fanteria Marche.
Dei 40 fra Caduti e Dispersi, 23 lo furono in conseguenza delle battaglie: 1 deceduto in combattimento, 5 dispersi; 17 per le ferite riportate. Due i deceduti in prigionia: 1 in Francia e 1 su una nave austriaca affondata dagli italiani; due i deceduti per infortunio di guerra e 13 quelli per malattie da stretto contatto, umidità, sporco, scarsa alimentazione, scarsi indumenti. Oltre a tubercolosi, polmonite, malattie da deperimento e gastrointestinali, nel 1918 si affiancò alla guerra “la spagnola”, influenza che uccise più persone della guerra, decimando anziani e bambini.
AMENTI ANGELO fu Giovanni anni 37;
BELLOTTI ERNESTO fu Giovanni anni 23;
CANDIANI EMILIO fu Giovanni anni 27;
CASTELLI MAGNO fu Giuseppe anni 29;
CAVALERI CARLO fu Antonio anni 27;
CAVALERI GIULIO fu Giuseppe anni 20;
CAVALERI GIUSEPPE fu Ernesto anni 21;
COLOMBO ANTONIO fu Giuseppe anni 23;
COLOMBO CARLO fu Alfonso anni 18;
COLOMBO ENRICO fu Filippo anni 36;
COLOMBO LUIGI fu Filippo anni 24;
COLOMBO PAOLO fu Angelo anni 22;
CROCI EDUARDO fu Emilio ani 22;
FLORIANI CARLO fu Attilio anni 26;
LAZZATI GIOVANNI fu Giuseppe anni 30;
LAZZATI GIOVANNI fu Pasquale anni 24;
LENNA CARLO fu Angelo anni 21;
LENNA CARLO fu Domenico anni 38;
LENNA PASQUALE fu Carlo anni 40;
MARCIONI GIULIANO fu Gaudenzio anni 24;
MARINI MACARIO fu Antonio anni 37;
MASETTI AMBROGIO fu Giovanni anni 29;
MORONI BENIAMINO fu Giovanni anni 21 (il primo caduto sangiorgese);
NEBULONI NAZARO fu Pietro anni 26;
NIZZOLINI ANGELO fu Luigi anni 26;
PASTORI FELICE fu Ambrogio anni 24;
PASTORI GIOVANNI fu Luigi anni 25;
PASTORI LUIGI fu Emilio anni 25;
PRADA GIUSEPPE fu Giovanni anni 20;
PROVERBIO GIORGIO fu Carlo anni 37;
RABOLINI LUIGI fu Giuseppe anni 23;
ROLFI PIETRO fu Angelo anni 24;
ROSSI CESARE fu Carlo anni 21;
SOLBIATI LUIGI fu Giuseppe anni 23;
TOIA GIOVANNI fu Battista anni 24;
TOIA LUIGI fu Carlo anni 21;
VETTORI GINO fu Cesare anni 22;
VIGNATI CARLO di Giuseppe anni 23;
VIGNATI FEDERICO di Giovanni anni 23;
VIGNATI PAOLO di Giovanni anni 23.
Per tutti è stata richiesta ed ottenuta la medaglia ricordo, coniata dalla Regione Friuli Venezia Giulia per i caduti e i dispersi della Prima Guerra Mondiale.
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