Odissea per un tampone all’Ospedale di Magenta per una coppia di Cerro Maggiore
Un tampone per il figlio di 17 mesi si è trasformato in un percorso ad ostacoli per una coppia di Cerro Maggiore tra coda, affollamento e ritardo dell'esito
Un tampone per un bimbo di 17 mesi al drive through all’Ospedale di Magenta si è trasformato in un’odissea per una coppia di Cerro Maggiore. Qualche giorno di tosse, l’indicazione dal medico curante di sottoporre il piccolo di casa al test per fugare ogni dubbio e per la famiglia è iniziata un’esperienza da dimenticare tra ore in coda, l’attesa in una stanza (troppo) affollata e il ritardo con cui è arrivato l’esito.
«Da genitori emotivamente è stata un’esperienza pesante – raccontano i due cerresi -. Il bambino aveva la tosse dal 9 ottobre, e per capire quale tipo di terapia dargli e preservare l’ambulatorio del pediatra che deve essere Covid-free, il medico ci ha indicato di sottoporlo al tampone. A Magenta, con tutto il rispetto e massima stima per gli operatori che fanno un grandissimo lavoro, è emersa chiaramente la disorganizzazione delle direttive impartite alla struttura».
«Siamo arrivati alle 8.30 a fronte dell’apertura del punto tamponi prevista per le 9 – continua la coppia -, pensando che fosse un drive-through come era indicato sulla prescrizione. Invece abbiamo dovuto metterci in coda al vecchio pronto soccorso dell’ospedale, tenendo per ore il bambino in braccio perché pensando appunto che fosse un drive through non avevamo con noi il passeggino. In coda per i cosiddetti tamponi scolastici c’erano ovviamente sia operatori delle scuole che genitori con i figli, alcuni dei quali avevano ancora la febbre. Abbiamo dovuto aspettare al freddo che aprissero e poi che ci consegnassero il numero per il tampone in una situazione abbastanza paradossale, con la coda che doveva spostarsi all’arrivo delle ambulanze».
«La fila – concludono i due genitori – era prevista nel rispetto del distanziamento, ma ci siamo ritrovati in una stanza di circa 100 metri quadri con due porte automatiche su quattro aperte insieme ad una cinquantina di pazienti che dovevano sottoporsi al tampone e ai relativi accompagnatori, alcuni dei quali con sintomi se non da Covid comunque da malattia. Purtroppo poi siamo capitati nella giornata da record con più di 4mila contagi in Regione, con il risultato che il sistema è andato in tilt e l’esito è arrivato con ritardo. Il tampone di nostro figlio fortunatamente è risultato negativo, ma la paura durante l’attesa era che se per caso fosse risultato sano, da lì sarebbe potuto uscire malato».
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