Cerro Maggiore, “Dalla materia alla forma” diventa bottega artigiana storica
Fondata nel 1964, la vetrina cerrese "Dalla materia alla forma" nei giorni scorsi è diventata bottega artigiana storica su riconoscimento di Regione Lombardia
C’è anche un’insegna di Cerro Maggiore tra le 353 attività riconosciute nel 2020 da Regione Lombardia come vetrine storiche: “Dalla materia alla forma” nei giorni scorsi è diventato infatti bottega artigiana storica.
«È questo un anno in cui purtroppo – spiega l’assessore allo sviluppo economico Alessandro Mattinzoli – non potremo svolgere il nostro consueto evento di premiazione delle nuove attività storiche di Regione Lombardia. Ma nonostante tutto quello che stiamo vivendo, dobbiamo riconoscere il loro valore, il loro peso nel sistema economico, culturale, sociale. Regione Lombardia non può che essere solidale con questa fetta così importante di tutto il mondo produttivo che con forza e tenacia va avanti superando ogni sfida. Oggi ancora di più ne danno prova. Noi ne siamo orgogliosi e sempre al loro fianco con passione ed entusiasmo».
Fondata nel 1964 per iniziativa di Adelio Cribiù sulle orme del padre Battista, che dal 1940 si occupava di posa e levigatura di pavimenti in marmo e granito, l’attività di via dei Cappuccini si è da subito occupata di pavimenti in generale. Negli anni ’70, con l’evoluzione del mercato e una richiesta crescente di nuove tipologie di materiali, Cribù ha deciso di estendere la propria attività aprendo una vetrina in via Vittorio Emanuele II a Cerro Maggiore per la vendita, fornitura e posa di pavimenti e rivestimenti in ceramica e parquet. Dieci anni anni dopo il trasferimento nella sede attuale di via dei Cappuccini, che negli anni ’90 si è ulteriormente ampliata.
Oggi al timone dell’attività c’è la terza generazione della famiglia, ma Adelio Cribiù, che nel 2000 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro da parte della Camera di Commercio di Milano, ancora oggi non rinuncia a seguire l’attività in prima persona. «Quando ho iniziato ero un artigiano che levigava pavimenti – racconta il fondatore -, e anche se da dieci anni la gestione è passata ai miei figli ancora oggi non rinuncio ad andare in cantiere e a stare in negozio. Il lavoro mi dà soddisfazione, per me è come se fosse un figlio, non riesco a farne a meno. Anni fa la situazione era completamente diversa, oggi è più duro proseguire un’attività di impresa, ma comunque mi ritengo fortunato perché la voglia non mi manca oggi come il primo giorno».
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.