Protezione Civile di Cerro Maggiore in campo per rompere l’isolamento di Curiglia
Anche la Protezione Civile di Cerro Maggiore, Rescaldina e San Vittore Olona ha preso parte alle operazioni per ripristinare la viabilità di Curiglia
Anche la Protezione Civile di Cerro Maggiore, Rescaldina e San Vittore Olona in campo per porre fine all’isolamento di Curiglia con Monteviasco. A fine agosto, infatti, erano diventati irraggiungibili prima la frazione di monte, poi l’intero paese per via del cedimento della sede stradale di una strada provinciale: le forti piogge avevano colpito duramente il versante e il fondo stradale aveva ceduto per alcune decine di metri, portandosi a valle asfalto e parapetto.
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Sabato 10 ottobre l’isolamento del comune è finalmente terminato grazie alla posa di un ponte Bailey, ovvero un ponte logistico militare, di oltre 21 metri diviso in due tronconi, che permesso di far ripartire la viabilità. All’operazione ha preso parte anche la Protezione Civile di Cerro Maggiore, Rescaldina e San Vittore Olona, chiamata in causa dal Settore Sicurezza e Protezione Civile di Regione Lombardia a supporto delle operazioni di posizionamento del ponte da parte dei Genieri Lombardia Protezione Civile di Samarate e dei Volontari della Provincia di Varese.
Per l’organizzazione di volontariato quella del weekend scorso non è stata una “prima” assoluta: già più di 20 anni fa, nel 1997, quando non c’erano attrezzature e mezzi evoluti, aveva infatti preso parte alla costruzione di un ponte Bailey lungo più di 50 metri nel lecchese. Per l’intervento del fine settimana la Protezione Civile dei tre comuni del Legnanese ha utilizzato la propria autogru con portata di 18 tonnellate, unico mezzo del genere in dotazione al volontariato lombardo.
«Il completamento del ponte – spiega l’organizzazione – ha richiesto un lavoro sinergico e ininterrotto di tutti i volontari con compiti e specializzazioni diversificate. Le difficoltà di agire in un cantiere stretto e angusto per mezzi di grosse dimensioni hanno infatti reso più difficili le operazioni e visti impiegati i volontari dall’alba a tarda notte. Fatiche alleggerite dalla consapevolezza e soddisfazione di poter consegnare il ponte al collaudo e restituire quel tratto di strada alla sua comunità».
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