Taglio dei parlamentari, Legnano e il Legnanese dicono sì al referendum
Nel Legnanese vince il sì al referendum sul taglio dei parlamentari. Percentuali ovunque sopra il 70% tranne a Legnano, dove i consensi si sono fermati al 66,25%
A Legnano e nel Legnanese vince il Sì al referendum sul taglio dei parlamentari, con numeri in leggero rialzo rispetto a quelli nazionali, dove ad una manciata di sezioni dalla fine dello scrutinio i consensi per il sì sono al 68%. Le urne, come in tutta Italia, si sono chiuse alle 15, con un’affluenza media nel nostro territorio del 53,6%, in leggero ribasso rispetto al dato nazionale che si è attestato al 54,3%, ma in rialzo rispetto al dato regionale e provinciale, dove è stato sfiorato il 53%.
Legnano, che in questa due giorni elettorale è stata chiamata anche a scegliere il nuovo sindaco e a rinnovare il consiglio comunale, ha optato per il taglio del numero dei parlamentari con una percentuale più bassa di quelle registrate negli alti comuni del Legnanese ma comunque schiacciante: il sì ha vinto con il 66,25% dei voti.
Ovunque nel resto del territorio il sì ha superato quota 70%. I primi Comuni a terminare le operazioni di spoglio elettorale sono stati Cerro Maggiore, Nerviano e San Vittore Olona, dove il taglio di deputati e senatori ha ottenuto percentuali bulgare: 73,28% a Cerro Maggiore, 72,68% a Nerviano e 70,11% a San Vittore Olona. In linea anche i numeri arrivati alla spicciolata nell’arco del pomeriggio dagli altri Comuni. A Busto Garolfo il sì ha vinto con il 74,77% dei consensi, a Canegrate con il 72,74%, a Parabiago – dove come a Legnano si sono svolte anche le amministrative – con il 70,15%, a Rescaldina con il 71,52%, a San Giorgio su Legnano con il 71,62% e a Villa Cortese con il 74%.
La legge su cui gli italiani sono stati chiamati ad esprimersi modifica tre articoli della costituzione: l’articolo 56, che disciplina il numero dei componenti della Camera dei Deputati, l’articolo 57, che regola il numero dei componenti del Senato, e l’art. 59, che detta le regole per la nomina dei senatori a vita. La vittoria del “sì” comporta una riduzione dell numero dei parlamentari di oltre un terzo, scendendo dagli attuali 945 a 600: i deputati scenderanno da 630 a 400, i senatori da 315 a 200, più al massimo cinque senatori a vita. Con il taglio dei parlamentari si passerà da un deputato ogni 96mila abitanti ad uno ogni 151mila. I senatori, invece, passeranno da uno ogni 188mila abitanti ad uno ogni 302mila. Il taglio previsto dalla riforma è comunque un taglio “lineare”: non è prevista nessuna modifica per le funzioni della Camera e del Senato, né, quindi, al cosiddetto bicameralismo paritario perfetto.
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