Parabiago, daspo urbano contro l’accattonaggio molesto
Parabiago ha deciso di estendere le zone di possibile applicazione del daspo urbano, modificando il regolamento di Polizia Urbana cittadino
Parabiago punta sul daspo urbano per contrastare il fenomeno dell’accattonaggio molesto. Il consiglio comunale nei giorni scorsi ha dato il via libera alla modifica del regolamento di Polizia Urbana della città, che ora contiene due nuovi articoli dedicati appunto all’indicazione delle aree in cui è vietato lo stazionamento, pena l’applicazione dell’ordine di allontanamento.
Il daspo urbano prende il nome dal divieto di accedere alle manifestazioni sportive che in Italia è stato introdotto nel 1989 come misura per contrastare la violenza negli stadi. A parlare per la prima volta di daspo urbano era stato l’allora ministro degli Interni Marco Minniti nel 2017, introducendo la possibilità per il sindaco, in collaborazione con il prefetto, di multare e vietare l’accesso a determinate aree della città a chi «ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione» di infrastrutture di trasporto. Il provvedimento era stato poi per così dire ampliato da Salvini, che durante il suo mandato al Viminale ha esteso il campo di applicazione del daspo anche ai presidi sanitari, alle zone di particolare interesse turistico e alle aree di svolgimento di fiere, mercati e spettacoli pubblici.
La disciplina del daspo urbano prevede che anche i comuni possano vietare lo stazionamento in certe aree, ed è proprio quello che ha fatto Parabiago modificando il regolamento di Polizia Urbana. «Esistono due livelli di tutela – spiega il sindaco Raffaele Cucchi -: quello nazionale e quello locale. Come amministrazione comunale ci siamo sentiti in dovere di recepire le misure del provvedimento, che è importante non tanto per le sanzioni previste, ma soprattutto per il previsto allontanamento in caso di reiterazione della violazione delle misure. In questo modo il consiglio comunale ha permesso ai nostri agenti di Polizia Locale di fornirsi di strumenti efficaci in più per garantire la sicurezza di tutti noi».
Prima delle novità approvate dal parlamentino cittadino – non senza che alcuni consiglieri manifestassero perplessità rispetto alla reale utilità di multare soggetti dediti all’accattonaggio e dunque verosimilmente nullatenenti -, a Parabiago il daspo urbano era applicabile solamente alla zona della stazione. Ora, invece, il provvedimento è stato esteso anche all’area di ingresso alla stazione di via Matteotti e a quella retrostante di piazzale Pisoni, alla zona della presunta dimora dell’intarsiatore Maggiolini (comprese piazza Maggiolini e il complesso religioso dei Santi Gervaso e Protaso) e l’area del complesso monumentale nazionale della Chiesa di Sant’Ambrogio della Vittoria e dell’annesso ex monastero, nonché le aree adibite ad attività sanitarie e sociali. Il daspo urbano sarà poi applicabile nel complesso di Villa Corvini e nel parco annesso, così come a tutte le aree destinate a verde, ovvero parchi, aiuole e in generale aree piantumate. Chiudono l’elenco dei luoghi passibili di daspo le zone destinate allo svolgimento di manifestazioni ricreative, storiche e di interesse sociale, l’area prospiciente il Museo Crespi Bonsai e il Museo del Ciclismo e quella del Santuario della Madonna “Dio ‘l Sa”, dell’oratorio di San Michele e della Torre Famiglia Castelli, la cosiddetta “Tura”.
D’ora in poi, quindi, anche in queste zone sarà possibile intervenire con una sanzione da 100 a 300 euro e il contestuale ordine di allontanamento di 48 ore. In caso di “recidiva” o di mancato rispetto del provvedimento non solo aumenta la sanzione, ma il divieto di accesso alla zona o anche ad altre aree può arrivare fino a sei mesi, che diventano due anni se il destinatario del daspo ha precedenti per reati contro il patrimonio o contro la persona.
«L’obiettivo principale di queste misure – sottolinea l’assessore alla sicurezza, Barbara Benedettelli – è poter rafforzare gli strumenti già in essere a garanzia del decoro e della sicurezza urbana, affinché l’azione della Polizia Locale possa essere ancora più efficace di fronte ai fenomeni di inciviltà e antisociali, che impediscono o limitano la libera circolazione e fruizione dei luoghi pubblici. Fin dal mio insediamento ho notato che in città c’è un problema legato, in particolare, all’accattonaggio molesto che impedisce la libera fruizione di aree pubbliche da parte dei cittadini, specialmente degli anziani. Fenomeno che tra l’altro è emerso con maggiore evidenza durante le diverse fasi della quarantena, quando alcuni individui (per altro senza indossare la mascherina) importunavano le persone in fila in attesa di usufruire di determinati luoghi, lanciando anche epiteti incivili se queste non accettavano di dare il denaro insistentemente richiesto. Pur non trattandosi di un provvedimento risolutivo – conclude l’assessore – riteniamo sia uno strumento che, insieme agli altri, può concorrere a limitare la possibilità di azione di chi non rispetta le più elementari regole di civiltà».
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