«Quale sarà il futuro del lavoro dopo la Covid-19?». A domandarselo è il segretario generale della CGIL Ticino Olona, Jorge Torre, che invita i sindaci del territorio e la Consulta Economia Lavoro a riunirsi per riflettere sulla situazione al quanto «preoccupante». Non si tornerà più come prima, Torre ne è convinto, tra smartworking, gig economy e misure di sicurezza «la realtà in cui viviamo è cambiata». E la politica, le istituzioni del territorio devono considerare che il tema del lavoro è fondamentale.

«In questo momento bisogna ripotenziare il presidio territoriale del sistema sanitario nazionale – afferma Torre -. La riapertura delle scuole deve implicare servizi ed orari in fasce orarie più ampie per non mettere in difficoltà le famiglie. Per garantire il distanziamento, inoltre, aumentano le classi e quindi servono investimenti sull’istruzione, ma anche sui trasporti pubblici». Il Coronavirus ha cambiato i bisogni, le paure e le abitudini delle persone quindi per Torre «il welfare pubblico, dopo quello che è successo, va potenziato e ripensato. Perchè non bastano gli aiuti a pioggia: dobbiamo iniziare a riorganizzare il post Covid, ma è necessario muoversi adesso anche sul territorio. Per questo, insieme a Cisl e Uil, siamo pronti anche ad aggiornare i protocolli per il collegamento del welfare integrativo contrattuale con quello pubblico, sottoscritti da poco con ASST, con l’azienda Sole, con il Comune di Legnano».

La formula dello smartworking, secondo il segretario della Cgil locale, non cesserà di esistere tra qualche mese, ma sarà utilizzata e mantenuta da numerose aziende. «Lo smartworking durante la pandemia era un telelavoro forzato, non un vero lavoro agile – afferma Torre -. L’aumento del lavoro agile, può determinare, se mal gestito, l’isolamento dei lavoratori, più aree dismesse, meno lavoro per l’imprese di pulizia o per le mense. Invece, deve diventare una modalità che favorisca sul serio la conciliazione tra i tempi di vita, la valorizzazione della professionalità ed il potenziamento del lavoro in rete e di squadra». L’aumento dello shopping online, invece, sta già determinando cambiamenti nel settore del commercio e nelle filiere produttive: «Ci sono sempre più aziende produttrici – spiega il segretario della Cgil locale – che vendono solo sul web. Ciò rischia di aggravare ancora di più la crisi, a questo si aggiunge il problema delle tutele per i rider. Tutto questo ci obbliga a ripensare ad un modello di sviluppo territoriale».

«Il Governo non ha ancora mantenuto l’impegno del pagamento veloce della Cassa Integrazione e non si è ancora espresso sul rinnovo degli ammortizzatori sociali e sul blocco licenziamenti, che noi chiediamo venga prorogato», un’altra riflessione unita alla convinzione che «il mese di settembre rischia di diventare un periodo caldo: non solo si inizierà a tirare un bilancio delle attività che sono resistite alla Covid-19, ma senza ammortizzatori e senza blocco dei licenziamenti rischiamo di assistere ad un ulteriore aggravio della crisi». Le amministrazioni, giustamente, si sono fino ad ora occupate dei problemi legati alla pandemia, ma per il sindacalista è arrivato il momento di pensare al futuro: «Cosa cambierà sul nostro territorio? Come vogliamo che cambi? Ci aspetta una fine dell’anno delicata e un inizio 2021 preoccupante».