Traffico illecito di rifiuti, 14 arresti della Guardia di Finanza di Legnano
Gli arresti sono stati eseguiti il 2 luglio con il sequestro preventivo per un valore di oltre 15 milioni di euro. Tra gli arrestati, residenti da Buscate e Fagnano, anche un commercialista di Cuggiono.
Fingevano di scaricare rifiuti ferrosi ma i camion erano vuoti. In questo modo evadevano l’Iva e i rottami realmente movimentati venivano pagati in nero. La Guardia di Finanza di Legnano hanno smantellato un grosso traffico illecito di rifiuti: nella mattinata di oggi, 2 luglio, i militari hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare personale e di sequestro preventivo, per un valore di oltre 15 milioni di euro, nei confronti di 28 indagati, 14 dei quali sono stati arrestati (7 in carcere e 7 ai domiciliari). Alcuni di loro sono residenti in zona, a Inveruno, Buscate, Cuggiono, Olgiate Olona, Fagnano Olona e Vanzaghello e sono accusati dei reati di associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, frode fiscale, riciclaggio, auto-riciclaggio e trasferimento fraudolento di denaro, reati aggravati dall’aver commesso i fatti tramite un’organizzazione criminale trasnazionale operante in Lombardia, Ungheria e Croazia. Altri ulteriori 25 soggetti sono indagati a vario titolo per gli stessi reati.
I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Milano al termine di una complessa indagine effettuata dalla Compagnia di Legnano sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Milano a seguito di evidenze emerse nel corso di una verifica fiscale nei confronti di una società operante nel commercio di rottami ferrosi, risultata essere evasore totale dal 2011.
L’attività investigativa ha consentito di accertare un traffico illecito di rifiuti (principalmente rottami ferrosi) il cui quantitativo, circa 74 mila tonnellate, è risultato in gran parte inesistente e falsamente documentato con formulari, documenti di trasporto e pesate, come accertato con le video riprese effettuate all’ingresso ed all’interno del principale centro di raccolta del rottame ferroso: i camion arrivano fingendo di scaricare materiale ma di fatto sono vuoti. Mentre i rottami ferrosi realmente movimentati sono risultati senza tracciabilità: occultando dolosamente il produttore, la compravendita veniva effettuata in nero. Registrate anche alcune intercettazioni che dimostrano il traffico illecito: «…eh io un formularietto te lo devo fare anche di poca roba», chiede uno dei coinvolti che non si fida a viaggiare senza la documentazione – «Ma per viaggiare non mi fido a venire a casa senza niente, dopo caso mai… ci sistemiamo dopo», sono le parole registrate – . Mentre in un’ altra intercettazione si sente dire che «qualcuno sta lavando i soldi…Li sta lavando lei o quello che non li ha denunciati in Italia».
E’ stata inoltre accertata l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 56 milioni di euro ed IVA evasa per 1.184 mila euro. Le indagini si sono concentrate su oltre 42 società e ditte individuali operanti nel settore del riciclo dei rifiuti: alcune di queste sono erano cartiere con una reale bassa operatività.
Sette dei 14 destinatari del provvedimento restrittivo della libertà personale sono stati portati in carcere ed altri sette sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, tra questi ultimi anche un commercialista di Cuggiono. Il provvedimento cautelare preventivo, finalizzato alla confisca, è diretto al sequestro di 15 immobili relative pertinenze, 4 complessi aziendali, 6 veicoli, quote societarie di 9 aziende (di cui 1 a Vimodrone e 1 a Buscate) e il saldo attivo di oltre 50 tra conti correnti e depositi finanziari, fino alla concorrenza di 15.422.850 mila euro.
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