Centri diurni disabili, flash mob virtuali per la riapertura
Dopo il flash mob in piazza per la riapertura dei centri diurni disabili, Mondo Charge lancia i flash mob virtuali per ribadire alla Regione la richiesta
Dalla piazza ai flash mob virtuali, la battaglia di Mondo CHARGE per la riapertura dei centri diurni per disabili. La scorsa settimana l’associazione “targata” Rescaldina era scesa in piazza Città di Lombardia a Milano con i polsi legati da un nastro rosso e il messaggio “Per noi la fase 2 non è mai iniziata” per chiedere alla Regione di dare seguito alle richieste avanzate dalle realtà che si occupano di disabilità per la riapertura in sicurezza dei centri diurni per le persone con disabilità. Ora la proposta del presidente Luigi Di Lello e dei suoi, viste le difficoltà per i caregivers di manifestare fisicamente, è quella di flash mob virtuali che “inondino” le caselle di posta elettronica dei responsabili istituzionali.
Anche in questo caso, il messaggio non lascia nulla all’immaginazione: «Presidente Fontana, assessori Bolognini e Gallera, la delibera del 26 maggio e quella carta carbone del 9 giugno attendono ancora applicazione. I bambini ed i ragazzi con disabilità e le loro famiglie sono ancora agli arresti domiciliari: abbiate almeno la compiacenza, se dovete condannarli alla reclusione, di fargli avere un regolare processo ed una condanna esemplare».
«A 10 giorni dal flash mob sotto Palazzo Lombardia e dopo quasi un mese dalla delibera del 26 maggio, pensate sia cambiato qualche cosa? No – sottolinea Di Lello, raccontando l’iniziativa -. I centri diurni per disabili restano chiusi, i ragazzi restano segregati e abbandonati, le belle parole di Fontana, Gallera e Bolognini, presidente ed assessori di Regione Lombardia, restano soltanto e sempre parole. Dei responsabili Covid nemmeno l’ombra, dei test sierologici e dei tamponi neppure, dei protocolli sia domiciliari che residenziali neanche a parlarne, quindi la domanda sorge spontanea: della delibera del 26 maggio di Regione Lombardia cosa dovremmo farci? E delle ottanta pagine di quella del 9 giugno? Le due delibere sono sempre più carta straccia, scritte da freddi tecnici ed emanate da una giunta sorda alle vere necessità ed ai bisogni delle famiglie con persone con disabilità. Ciò che fa ancora più rabbia è che nei loro occhi, ma soprattutto dalle loro parole, dovremmo sentire delle scuse, intravedere della vergogna e invece sentiamo dichiarazioni in cui dicono che rifarebbero tutto esattamente come fatto.
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