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Parabiago boccia la mozione pro disabili, le associazioni: “Amareggiati”

Le misure richieste dalle associazioni consistevano nella predisposizione di una task force regionale dedicata alle famiglie con disabili gravi e gravissimi

comune parabiago

Parabiago dice “no” alla mozione proposta dalle associazioni Mondo C.H.A.R.G.E. e Nessuno è Escluso e dal Comitato Famiglie Disabili Lombardia per impegnare Piazza della Vittoria a farsi portavoce di una serie di richieste che sollecitino la Regione ad interventi urgenti in merito alla ripresa dei centri diurni disabili e delle assistenze domiciliari dopo l’emergenza Covid-19.

Le misure richieste dalle associazioni, che poche settimane fa aveva invece ricevuto il via libera all’unanimità dal consiglio comunale di Rescaldina, consistevano nella predisposizione di una task force regionale dedicata alle famiglie con disabili gravi e gravissimi, in un protocollo per la protezione dei nuclei familiari e di tutti gli operatori sociosanitari che assistono a domicilio, in test sierologici da effettuare in maniera regolare e periodica per gli operatori dell’assistenza domiciliare e dei centri diurni e possibilmente per il nucleo familiare ristretto del disabile, e nella fornitura agli operatori di un numero di dispositivi di protezione individuale sufficienti e adeguati a garantire la sicurezza per gli assistiti e per gli assistenti.

Richieste che però sono state bocciate dalla maggioranza, che ha “bollato” la mozione come «anacronistica e superata nei contenuti dagli importanti interventi messi in atto da Regione Lombardia», in primis la delibera dello scorso 26 maggio, che «contiene le linee guida finalizzate a consentire la progressiva riattivazione delle strutture e delle attività sociali e sociosanitarie erogate alle persone con disabilità da parte dei centri semiresidenziali – ha spiegato il capogruppo della Lega, Luca Ferrario – e mettere nelle condizioni le ATS, gli ambiti territoriali, i comuni e i gestori dei servizi di individuare e definire le procedure e le modalità operative e garantiscano la massima sicurezza degli ospiti e degli operatori nella fase di ripresa delle attività».

«In merito poi alla messa a disposizione dei dispositivi di protezione individuale alle strutture per i disabili – ha aggiunto Ferrario -, le linee guida regionali prevedono che gli stessi devono essere forniti dagli enti gestori, che ne hanno specifica responsabilità e in casi particolari, debitamente documentati, regione e comuni possano coadiuvare la messa a disposizione di tali strumenti anche tramite l’unità di crisi regionale. Regione Lombardia, inoltre, ha deliberato che operatori e utenti dei centri diurni per disabili verranno sottoposti a test sierologico ed eventualmente a tampone in caso di positività al test, facendosi totalmente carico della spesa: un intervento a supporto di 14mila utenti e 4mila operatori».

«Faccio fatica a comprendere come si possano ritenere superati e non sposare il contenuto e lo spirito di questa mozione – ha replicato dai banchi del centrosinistra Alessandra Ghiani -, che al più può essere aggiuntivo rispetto a quello che è stato messo in campo da ATS e dalla Regione. Votare contro una mozione che ha questi contenuti è una presa di posizione di carattere squisitamente politico: quanto ai contenuti, penso sia molto difficile essere contrari».

Il “no” incassato dai banchi del consiglio comunale di Parabiago ha lasciato l’amaro in bocca alle associazioni che hanno proposto il provvedimento, che però non intendono lasciarsi scoraggiare dalla bocciatura della loro richiesta e continueranno a portare avanti la loro battaglia, come hanno fatto anche lo scorso sabato 13 giugno con il flash mob davanti a Palazzo Lombardia. «L’esito non è stato quello sperato – commenta amareggiato il presidente di Mondo CHARGE, Luigi Di Lello -, purtroppo forse non si è capito il senso apolitico della mozione e nemmeno che, nonostante quanto Regione Lombardia abbia emesso a titolo di delibere, la non disponibilità di nuovi fondi rende quelle parole tanto belle quanto inutili. Lo dimostra il fatto che dal 26 maggio non uno dei centri diurni disabili lombardi ha ripreso in pieno la propria attività e non uno è stato in grado, ad oggi, di presentare idonei protocolli per la riapertura».

«Spiace soprattutto che con il voto contrario una parte del consiglio comunale non abbia colto il l’invito a trattare di disabilità all’interno degli organi istituzionali in maniera sempre più ampia e profonda – conclude Di Lello -, non abbia colto il richiamo agli organi nazionali ad incrementare i fondi per le non autosufficienze che in Lombardia, con la misura B1, coprono il 15% degli aventi diritto (disabili gravi e gravissimi) mentre, con la misura B2 in capo al piano di zona dell’Alto Milanese, quindi anche sul territorio di Parabiago, coprono circa il 30% degli aventi diritto, ma con una riduzione degli importi erogati anche del 70/80% rispetto ai massimi importi previsti da delibera di Regione Lombardia. La nostra battaglia per i diritti delle persone disabili proseguirà sempre. Mondo CHARGE e Comitato Famiglie Disabili Lombardia, non si arrendono davanti al primo ostacolo, ma si fermeranno solo quando le soluzioni adottate in tema disabilità verranno ritenute idonee, adeguate e sufficienti».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 15 Giugno 2020
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