In merito all'articolo "Arrestato cittadino rumeno per tentato omicidio" (qui il servizio) pubblicato in data 24 giugno 2017 dalla nostra testata, su richiesta del legale che assiste il cittadino rumeno nei confronti del quale è apparsa la notizia precisiamo quanto segue.

Il 25enne è stato sì condannato per il delitto di tentato omicidio dal Tribunale di Olt, ma con motivazione  definita dal suo legale, anche davanti alla Suprema Corte di Cassazione, come una «aberratio juridica. Basti pensare che la motivazione di quella sentenza, a pag.14 della stessa, attestava che il mio assistito con altro coimputato "[…] non volessero l'evento, cioè la morte della persona, purtuttavia dovevano rispondere del reato di tentato omicidio […]"». Attualmente, inoltre, pende giudizio di revisione del processo. 

«La richiesta del M.A.E. – Mandato Arresto Europeo – precisa ancora l'avvocato – veniva emessa nei confronti del mio assistito che peraltro aveva ottenuto il beneficio della liberazione condizionata, poi revocata per un reato (guida senza patente) non considerato tale dalla nostra legislazione. Dopo un lungo e travagliato iter (due sentenze di Corte d'Appello di Milano  e due miei ricorsi in Cassazione accolti) finalmente una Corte d'Appello attenta ha respinto in via definitiva il M.A.E.».

«Va precisato  – aggiunge il legale – che il mio assistito fu aggredito per primo con una cancellata nei testicoli e, per reazione, diede degli schiaffi alla parte lesa, e non è vero che fu lasciata esanime sull'asfalto. Il cittadino rumeno – conclude il difensore – trovasi attualmente ristretto in una casa circondariale, a mio avviso ingiustamente, ed ho già interposto incidente d'esecuzione».