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Monsignor Delpini: «Il comportamento scandaloso di alcuni di noi preti, diventa una ferita per tutta la Chiesa»

Si è tenuta in Duomo la Messa crismale presieduta dall'Arcivescovo di Milano che ha proposto una riflessione sui recenti fatti di cronaca

Delpini

Si è tenuta in Duomo la Messa crismale presieduta dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Delpini, in cui tradizionalmente il clero (vescovi, sacerdoti e diaconi) rinnova le promesse fatte nel giorno dell’ordinazione e durante la quale vengono benedetti gli oli santi del crisma, poi consegnati ai decani per essere portati nelle parrocchie e nelle cappelle ospedaliere della Diocesi.

In questa celebrazione, tradizionalmente molto partecipata dai sacerdoti di tutta la Diocesi (oltre 800 quelli presenti oggi in Duomo), monsignor Delpini ha proposto una riflessione sul ministero ordinato (la condizione che accoglie appunto vescovi, sacerdoti e diaconi), facendo un chiaro riferimento ad alcuni recenti fatti di cronaca: «La nostra Chiesa è ferita, il nostro presbiterio è ferito – ha detto -. Il comportamento scandaloso di alcuni di noi preti diventa una ferita per tutto il presbiterio, e tutti ne siamo umiliati e in qualche modo avvertiamo che è incrinata la fiducia verso tutti noi. Anche se non ogni comportamento scandaloso, che riguardi il potere, il sesso, l’uso del denaro, è un delitto perseguito dall’ordinamento canonico o civile, è però sempre una ferita per la gente che si aspetta una parola e una vita di vangelo».

Riferendosi alle vittime, l’Arcivescovo ha proseguito: «L’abuso commesso da uno di noi preti è una ferita inguaribile in chi ne è vittima, perché è la smentita e la frantumazione di una fiducia che è diventata confidenza, condivisione, apertura all’intimità».

Pur continuando «a proporre percorsi di formazione e di prevenzione, a richiamare a comportamenti coscienziosi» – ha proseguito monsignor Delpini – si resta «scandalizzati dalla leggerezza, dalla faciloneria che si autogiustifica, della mancanza di percezione del maschio che si compie».

Eppure, ha poi affermato l’Arcivescovo, «c’è qualcosa che mi conforta di fronte a questi motivi di desolazione (…) La mia consolazione e il mio incoraggiamento siete voi. Voi, i preti ambrosiani, i preti seri, i preti che fanno il prete con dedizione ammirevole, i preti che in ogni età sono animati dall’amore personale e appassionato per Gesù e per la gente, dal senso di responsabilità per la comunità».

E rifacendosi alle Letture della Messa l’Arcivescovo ha concluso: «Continuate ad essere pieni di stupore e di gratitudine accogliendo la rivelazione di Gesù. Siamo santi non perché siamo privi di difetti e di peccati ma perché la santità di Dio continua ad attrarci a sé e a renderci uniti al suo figlio Gesù».

 

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Pubblicato il 17 Aprile 2025
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