Ottobre rosso
di Abramo Vane

L’inaugurazione della Vetrina da Leggere qualcuno di noi ebbe l’idea di chiamarla Ottobre Rosso, e così ogni negozio della via esponeva un racconto illustrato, un’energia passava da un esercizio all'altro e le indecisioni venivano travolte dall’entusiasmo di quelli che ne erano affascinati. Tutti i contenuti erano di colore rosso, roba del tipo La mia vita di colore rosso, Semaforo rosso, Filastrocca rossa, Rosso per sempre, Rojo imposible amor… e i politici di destra per via di quel colore non ci salutarono, ma non è che con quelli di sinistra le cose andarono meglio, uno passò di lì con aria da saputello e capendo che la politica non c’entrava tirò fuori dalla tasca un bollino e l'appiccicò su una colonna dei portici, e da quel giorno fummo bollati, eravamo dei qualunquisti, non degni di giacere sotto la rossa bandiera, la cultura apparteneva a loro… e insomma non eravamo messi tanto bene e pensavamo che era stata un’idea del cavolo chiamare quella festa Ottobre Rosso, e se non fosse per quelli che collegarono il rosso alla vendemmia, non ce la saremmo cavata, e così fummo salvati da una massa di avvinazzati che accorsero con il bicchiere in mano, e noi giù a versare e a brindare a Ottobre Rosso, e musica e canti svelarono il nostro credo, che era quello di stare insieme attorno a quelle parole esposte, e commentarle, dire la nostra… e già a quei tempi io correvo dietro a un mondo che non è questo, non mi perdevo certo a combattere quelli che allora come adesso decidono per me. Quando penso all’illusione nella quale siamo immersi, il mio riferimento sono le preghiere delle suore di clausura che contano più del potere del presidente degli Stati Uniti… Beh, comunque, fu una grande giornata, mi costò una cifra, e fra tutte le persone impegnate nell’organizzazione io ero il più povero in canna, ma in realtà non ero così povero da non permettermi quello che mi concedevo, e alla sera la festa non si era ancora spenta del tutto che ero salito su di sopra, in sede, e lì trovai gli amici ad aspettarmi, e tutti avevano un episodio da riferire, e mentre giù in strada sentivamo le voci gioiose della gente, un ultimo brindisi fra di noi, alla salute di Ottobre Rosso.
Racconto di Abramo Vane (www.ilcavedio.org), tratto da”Un Cavedio nella storia”, in occasione del venticinquesimo della Vetrina da Leggere
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