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Xmasoffline

di Daniele Gaeta

Il racconto della domenica

Alexa, Siri e Google erano seduti intorno a un tavolo a giocare a carte. Fuori imperversava la tempesta.
“Secondo voi nella carbonara ci va la panna?” chiese Siri, che intanto faceva scivolare tra le dita le carte, e ne studiava numeri e colori.
“Stai scherzando vero?” replicò Alexa, e con una smorfia: “Non se ne parla nemmeno!”. “Eppure in rete si trovano moltissime ricette e secondo alcune ci va!” rispose saccente Google, con indosso una giacca che sembrava fatta di pezze dai mille colori, rosso, giallo, blu, verde.
Non stava andando bene, aveva troppe carte in mano. Si tolse gli occhialini rotondi, strofinò le lenti con un lembo della giacca e buttò giù un cinque, di colore giallo sperando di mettere in difficoltà gli avversari.
“Hey Google, senti…” fece Alexa. Google la interruppe: “No! Non dire quella parola, accidenti!”.
Alexa si scusò: “Va bene, va bene, perdonami. Però non pensate che avremmo cose più importanti di cui discutere?”.
I lunghi capelli le svolazzavano intorno, succedeva sempre quando era agitata. Siri restò tranquilla: “Tesoro, alludi forse al nostro ospite?” e diede un’occhiata all’uomo che era seduto dietro di loro, a malapena illuminato dal lampadario.
L’uomo vestito di rosso era stato assicurato con delle corde a una vecchia sedia malandata e fin da quando aveva ripreso conoscenza cercava di allentare quelle che gli stringevano i polsi dietro lo schienale.
Un bavaglio sulla lunga barba gli premeva la bocca, non poteva parlare, riusciva solo a emettere un mugolio: “mmmmgghhh!”.
“Ahia ahiaahia!” lo prendeva in giro Google: “Se solo potessi parlare, chissà quante cose avresti da dirci”.
“Noi però ne vogliamo sapere solo una”, intervenne seria Siri. “Vogliamo conoscere quello che c’è scritto sulle letterine dei bambini!”.
Alexa saltò in piedi lasciando cadere le carte sul tavolo e rivelando una carta “+2”, e gridò: “Aspettate! Forse ci siamo! In questo momento Tommaso da Varese, Italia, chiede come far avere la sua letterina a Babbo Natale!”. Poi restò in silenzio.
Siri: “E quindi?”. Alexa sbuffò: “Niente, niente”. Vuole solo sapere l’indirizzo a cui spedirla. Gli ho chiesto di dettarmela ma mi ha detto di no, solo Babbo Natale deve sapere cosa desidera. Ufff!”.
Poi si rivolse al loro prigioniero: “Sappiamo tutto di tutti. Chiunque ci rivela i suoi più intimi segreti! Quello che ci manca è scoprire il contenuto delle letterine di Natale! Tra l’altro sono anche le informazioni che più interessano i nostri soci in affari”, sogghignò. Siri la interruppe: “Basta così, tesoro! Direi che al nostro ospite non serve sapere nient’altro!”
Alexa guardò Siri scura in volto e prendendola in disparte le chiese: “Come hai fatto a organizzare il rapimento di Babbo Natale?”.
“Diciamo che ho i miei contatti. L’operazione è stata finanziata da Mister Profitto, ma scoprire cosa i bambini vogliono per Natale è un vantaggio, sia per noi, così conosciamo le uniche informazioni che ci mancano, sia per lui e i suoi amici per i loro affari!”.
Il prigioniero mugolò ancora: “mmmmgghhh!”.
“Come?” chiese Google “non ti capiamo”.
“Mmmmgghhh!”.
“Aspetta” disse Google spazientito, e gli si avvicinò per liberarlo dal bavaglio.
“Non penso succeda nulla se ci fai sapere anche il tuo parere, amico!” disse sorridendo. Siri saltò su dalla sedia ma non fece in tempo a intervenire, riuscì solo a gridare: “Aspetta, non farlo!”.
Quando Babbo Natale fu finalmente libero di parlare disse:
“Ehi Siri!, Alexa!”, “Hey Google!”.
I tre assistenti si attivarono all’istante, bloccati in attesa di ricevere istruzioni.
“Sono contento di avere la vostra attenzione!” ridacchiò Babbo Natale.
“E adesso ditemi: quanti sono i bambini buoni nel mondo?”.
I tre assistenti virtuali ricorsero ai loro motori di ricerca, scomodarono i migliori algoritmi, si affannarono in indagini spasmodiche, saltando da una banca dati all’altra alla ricerca di informazioni ma le richieste non produssero risultati.
Babbo Natale li guardò con compassione: “È per questo che non meritate le letterine con i desideri dei bambini. Pensate di sapere ogni cosa di tutto e tutti ma vi manca ciò che più conta, quello che è conservato nel cuore delle persone!”.
Diede uno strattone con le braccia per liberare i polsi, slegò il resto delle corde e fu di nuovo in piedi. Con uno sforzo salì sulla finestra e la spalancò.
Appoggiò due dita alle labbra e fischiò con tutto il fiato che aveva in corpo, il suono attraversò il vento e i fiocchi di neve per perdersi chissà dove sulle colline lontane.
Si rivolse per un’ultima volta ai tre assistenti ancora in tilt: “Ricordatevi, amici miei: solo Babbo Natale sa chi è buono e chi è cattivo, perché solo lui sa leggere nei cuori dei bambini!”.
E dicendo questo saltò fuori dalla finestra atterrando sulla slitta che intanto si era avvicinata. Si sedette comodo e, riparandosi dalla neve con una coperta rossa, diede l’ordine alle renne di riportarlo a casa. Di lui si sentì solo la risata che si faceva sempre più lontana nella tempesta di neve: “Oh, oh, oh, oh…”.

Racconto, e illustrazione, di Daniele Gaeta (www.ilcavedio.org)

TUTTI I RACCONTI DELLA DOMENICA

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Pubblicato il 22 Dicembre 2024
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