Volano gli stracci in consiglio comunale a Legnano dopo il ricorso al TAR della Franco Tosi contro il nuovo PGT
Bocciata la mozione "pro ricorso" del Movimento dei Cittadini. Brumana: «Avete fatto la scelta politica di chiudere la Franco Tosi Meccanica»
«Avete fatto la scelta politica di chiudere la Franco Tosi». Sono volate parole grosse durante l’ultima seduta del consiglio comunale di Legnano sull'”affaire” che ormai da mesi coinvolge la fabbrica più iconica di Legnano e Palazzo Malinverni, separati sul nuovo piano di governo del territorio da una frattura che a colpi di comunicati stampa, simulazioni in fabbrica e ricorsi al TAR è ormai diventata una fossa oceanica.
L’ultimo atto è arrivato con la decisione dell’azienda di spostare la questione sul piano giudiziario rivolgendosi al Tribunale Amministrativo Regionale, nelle cui aule la Franco Tosi ha messo in discussione il PGT sotto più di un profilo. Su tutti, la legittimità di considerare come area di trasformazione nel documento di piano un tessuto urbano già consolidato, la “spartizione” delle aree di proprietà della Franco Tosi Meccanica in due diversi ambiti – con l’azienda in “minoranza” proprio nell’ambito in cui rientrano edifici come il centro informatico – e le criticità che alcune previsioni del piano di governo del territorio potrebbero comportare per la viabilità interna dell’impresa.
E proprio il ricorso è sbarcato martedì 3 dicembre nell’aula consiliare di Legnano, con una mozione del Movimento dei Cittadini che chiedeva all’amministrazione arancione di Lorenzo Radice di «non costituirsi in giudizio, non manifestare opposizione alle domande del ricorrente e valutare i provvedimenti necessari per modificare nel più breve tempo possibile il documento di piano recependo le esigenze della Franco Tosi». «La più grande fabbrica di Legnano, grande anche solo per la sua storia e perché all’estero in molte parti del mondo è uno dei simboli della nostra città – ha sottolineato il capogruppo Franco Brumana -, è addirittura in causa contro l’amministrazione comunale. Se per caso la Franco Tosi perdesse la causa al TAR, ci troveremmo di fronte al grave problema dell’espulsione di questa fabbrica dal tessuto urbano di Legnano».
La mozione, come ampiamente prevedibile, è stata “bocciata” in toto dall’amministrazione comunale. «Questa causa fa parte dei ricorsi ammissibili ad un PGT, che sono sempre stati fatti dai privati a vario titolo rispetto a tutti i PGT del Comune di Legnano: non è una causa tra la FTM e il Comune, è una delle procedure ammesse all’interno del percorso del PGT – ha replicato l’assessore all’Urbanistica Lorena Fedeli -. Ovviamente l’amministrazione affronterà l’argomento nella sua totalità, farà le sue considerazioni insieme ai legali e deciderà la sua logica di risposta».
«Quando l’attuale proprietà ha acquistato la Franco Tosi Meccanica l’azienda si trovava già all’interno di un ambito di trasformazione: non è detto che davanti ad un ambito di trasformazione lo si debba attuare, e questo non impedisce di portare avanti l’attività – ha aggiunto l’assessore alla partita -. L’amministrazione ha fatto queste scelte in funzione di una serie di obiettivi, guardando all’utilità della città, facendo riferimento alla stazione e alla necessità di risolvere le criticità di accesso alla stazione e l’interscambio tra ferro e gomma, ribadendo un concetto sottolineato anche da Città Metropolitana, ovvero quello della stazione come luogo urbano per la mobilità e la sua importanza per la città. Le richieste avanzate dal consigliere Brumana tengono conto in modo univoco delle richieste avanzate dai privati, evitando di considerare le necessità della città che la pianificazione urbanistica deve sottendere».
Parole che non sono bastate a portare tregua in una battaglia che il Movimento dei Cittadini combatte da ben prima del ricorso al TAR. «La Franco Tosi Meccanica non è un cittadino qualunque – ha infatti ribattuto Brumana -: ha un’importanza enorme per la città, non solo per i lavoratori e per l’indotto ma per ciò che rappresenta e per le speranze che offre essendo in fase di forte sviluppo. Questa è una causa dalla valenza storica, drammatica. La mozione non fa un discorso giuridico ma politico: c’è una scelta politica da fare, non una decisione da prendere con gli avvocati. Si possono trovare delle soluzioni concordate con la Franco Tosi Meccanica che rispondano alle esigenze del Comune e della fabbrica. L’interesse della Tosi non è un interesse privato, è un interesse pubblico della città di Legnano: la fabbrica può andare avanti senza fare questi lavori, ma non può fare nessun altro intervento che necessiti di un permesso di costruire se prima non si fa quanto previsto, che per la fabbrica vuol dire chiudere. Voi avete fatto la scelta politica di chiudere la Franco Tosi Meccanica».
Nell’ultimo atto di un botta e risposta che prosegue ormai da mesi, alla levata di scudi del Movimento dei Cittadino ha immediatamente fatto da contraltare la presa di posizione del sindaco. «Respingo al mittente affermazioni apodittiche e totalmente fuorvianti e fuoriluogo – sono state le parole di Radice -: nessuno vuole mandare via né la Franco Tosi Meccanica, né tantomeno qualsiasi tipo di azienda, che in questo territorio trova la possibilità di crescere e svilupparsi. Nessuno mette i bastoni fra le ruote alle imprese, c’è semplicemente un tema molto chiaro: in questa città il suolo è finito e chi vuole fare impresa deve capire, come tutti, che deve riutilizzare gli spazi che esistono. Abbiamo parlato decine di volte dell’interpretazione che noi diamo e delle richieste che potrebbero essere fatte in caso di sviluppo dell’ambito di trasformazione, che non andrebbero ad incidere sulla mobilità interna. Siamo sempre disponibili con questa azienda come con tutte le altre per interpretare e capire quello che c’è scritto sulle carte in modo che i progetti di qualunque impresa possano trasformarsi in realtà, rispettando ovviamente le norme».
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