“I giornali non sono più in grado di difendere la democrazia”
Intervistati dal direttore di Varesenews Marco Giovannelli, Mario Calabresi e Luca Sofri hanno analizzato la crisi del prodotto tradizionale e il ruolo dei nuovi modelli di racconto che piace ai lettori
Nessuna arte dell’intervista, come recitava il titolo panel, ma prodotti, comunità e autorevolezza dei media.
Mario Calabresi , CEO & Editor in Chief di Chora, e Luca Sofri, Direttore de Il Post, hanno dialogato a ruota libera con il direttore di Varesenews Marco Giovannelli su newsletter, Trump e capacità di creare comunità di riferimento durante il festival Glocal.
Sofri ha ricordato la storia di successo di ”Charlie” che viene recapitata ogni domenica mattina a 50.000 iscritti. Un modello di narrazione costruito in 15 anni di sperimentazioni e innovazioni, legate a una redazione di giovani e giovanissimi. Ogni anno il gruppo si rafforza con ventenni che entrano attraverso stage o workshop dove acquisiscono modalità operative affinate nei 15 anni di attività. È a queste nuove leve che viene chiesto sia di individuare contenuti ma, soprattutto, indicare canali di diffusione nuovi, per acquisire altri lettori e fidelizzarli allo stesso tempo.
Meno strutturata e, soprattutto, remunerativa, l’esperienza della newsletter “Altre storie” raccontata a Mario Calabresi che, invece, il prodotto settimanale lo crea da solo, pagando, di tasca propria, tutti i costi relativi, a partire dalla distribuzione ai 64.000 abbonati: « Altre Storie viene aperta mediamente da 50.000 abbonati e credo che la sua forza stia nel “Tono di voce”, una modalità narrativa precisa e riprodotta che non si trova nella coralità di una redazione».
Al prodotto newsletter Mario Calabresi arrivò dopo aver chiuso l’esperienza a Repubblica quando, decidendo di comprendere chi fosse il lettore e cosa chiedesse, incontrò Richard Gingras Vice Presidente di Google News: «Fu lui a spiegarmi per primo il potenziale di questo strumento che io, dalla mia personale esperienza di utente di posta elettronica alle prese con tanto spam, non avrei mai pensato».
Non solo prodotti, però, Mario Calabresi e Luca Sofri si sono ritrovati d’accordo nell’analisi della crisi dell’editoria tradizionale, quella fatta dai giornali per intenderci. Le elezioni negli Stati Uniti ne sono l’esempio eclatante, con l’elettorato che si è espresso a grande maggioranza verso il candidato che ha avuto il minor sostegno da parte dei giornali : « Nei mesi di campagna elettorale – ha commentato Sofri – i giornali lo raccontavano come un’anomalia mentre il risultato elettorale evidenzia la vittoria di Trump e la perdita di 12.000 milioni di elettori da parte dei democratici».
La crisi dell’editoria è legata al’incapacità di intercettare e interpretare le istanze dei lettori: «ll giornalismo non ha più il potere di formare le masse, perchè le persone si fanno un’opinione in modi differenti, attraverso canali diversi, anche senza intermediazione. Non proteggono più la democrazia perché non ne sono più capaci».
Ma se i media non riescono più a creare opinione, sono spesso motore di una nuova socialità, recuperata dopo l’isolamento della pandemia. Così il festival di Chora, un media digitale senza una comunità di riferimento, lo scorso anno ha dato vita a un festival che in tre giorni ha visto passare 10.000 persone.
Eventi, presentazioni, occasioni sono promossi con maggior frequenza da editori sempre meno puri. Un po’ come sarà la casa di Varesenews: Materia Spazio Libero a Castronno.
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