Ambiente, agricoltura e turismo al Panperduto. Compie 140 anni la diga che piace a tutti
Per celebrare il compleanno della più estesa opera idraulica dell'intera Lombardia, il Consorzio ha organizzato una lunga mattinata di incontri per guardare al passato, al presente e al futuro della Diga. Presente anche il presidente Fontana e il sottosegretario di stato Morelli
Era il 1884 quando a Somma Lombardo venivano inaugurate da Eugenio Villoresi l’omonimo canale e la diga del Panperduto, due opere che hanno trasformato il territorio sul Ticino, a pochi chilometri da dove oggi sorge l’aeroporto di Malpensa.
Per celebrare i 140 anni della «più estesa opera idraulica dell’intera Lombardia» il Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi ha organizzato una mattinata con protagonisti ricercatori, tecnici, specialisti e le istituzioni, a partire dal presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e di Alessandro Morelli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il lungo meeting si è svolto nella mattina di venerdì 13 settembre strutturato in momenti distinti e comprendenti un tavolo tecnico – con ospiti docenti dell’Università Statale di Milano, della Bocconi e del Politecnico – e poi una tavola rotonda di carattere politico-istituzionale, per riflettere sul futuro del reticolo irriguo, evidenziando le ulteriori possibilità di crescita, il contrasto ai cambiamenti climatici e lo sviluppo di un «turismo consapevole e sostenibile», legato alla mobilità dolce all’interno di una cornice storico e culturale lungo le vie d’acqua.
“UNA STORIA LUMINOSA”
«Il 140esimo anniversario della Diga del Panperduto e del Canale Villoresi rappresenta per noi l’occasione di celebrare una storia luminosa, progettando al meglio il futuro. I cambiamenti climatici in corso stanno imponendo un deciso cambio di passo, cui dobbiamo rispondere con una nuova progettualità degna del nostro passato» commenta Alessandro Folli, presidente di EtVilloresi in apertura della giornata.
“CAMBIARE LA NOSTRA CULTURA E PREVENIRE EVENTI A CUI NON ERAVAMO ABITUATI”
«Questa grande opera ha creato ricchezza per i nostri territori, le aziende e per le agricolture lombarde – sottolinea Alessandro Morelli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri -. Il tavolo tecnico è stato ideato ormai qualche tempo fa con la necessità di dare delle risposte sul fronte della siccità. Sembra che ormai sia passato tanto da quei giorni in cui il Ticino era davvero molto basso, ora la situazione è totalmente differente con l’abbondanza delle piogge. L’impegno del tavolo è quello di prevenire questi eventi a cui non eravamo abituati, soprattutto al Nord. Il sistema agricolo è cresciuto per tanti decenni con una cultura dall’utilizzo di un bene che si riteneva infinito, adesso serve cambiare la nostra cultura e questo tavolo vuole individuare le urgenze perc contrastare siccità e le abbondanti piogge. L’impegno della tutela del Canale Villoresi è massimo e sarà confermato dai fatti».
“LA STORIA HA DATO RAGIONE A VILLORESI E ALLA SUA VISIONE”
All’intervento istituzionale si aggiunge anche il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana: «Eugenio Villoresi aveva una visione di quello che sarebbe potuto essere lo sviluppo imprenditoriale e prima ancora agricolo – aggiunge Si tratta di una grande opera di ingegneria idraulica e la storia gli ha dato ragione. Nel mondo di oggi la visione è un qualcosa che forse un po’ manca. L’intervento ha dato tante possibilità di sviluppo e oggi è anche motivo di attrazione turistica. Questa è la dimostrazione di una cosa importante: in Lombardia le difficoltà si trasformano in opportunità. Questa è la caratteristica tipica della nostra gente. Uno spirito che ci consente di tenere la Lombardia ai vertici non soltanto d’Italia ma anche dell’Europa».
“UN’OPERA CHE SI CONNETTE E VALORIZZA LA NATURA”
Non poteva mancare l’intervento del sindaco di Somma Lombardo, Stefano Bellaria, che definisce il Panperduto uno degli angoli più belli della città e «della Lombardia». Così il primo cittadino: «Siamo in un luogo che da 140 anni sa coniugare capacità, competenza e bellezza. Oggi le persone vengono a visitare questa zona perché si sentono in un angolo di paradiso grazie al valore di quest’opera idraulica che ancora si connette con la natura e la valorizza».
Poi un aneddoto, che inizia con la cerimonia del battesimo civico nella città sul Ticino, che si celebra il 2 giugno con la consegna della costituzione italiana nel giorno della Festa della Repubblica. «Ogni anno si consegna ai neomaggiorenni anche una grafica d’arte e nei simboli che rappresentano la città c’è anche la diga. Perché Somma Lombardo è una città di cielo, di terra e d’acqua. E il suo motto è Summa sidera celsa petit, ovvero Somma guarda alle alte stelle. Una frase che che significa di non lasciarsi vincere, proprio come ha fatto Villoresi non ha potuto vedere il compimento della sua opera, che oggi funziona ancora alla perfezione e ha portato grandi risultati a distanza di 140 anni».
Naturalmente nel corso della lunga giornata si è parlato anche dell’importanza di attivare politiche di investimento statali e regionali sinergiche tra i vari settori – agricoltura, energia, turismo ambiente e beni culturali – focalizzando l’attenzione degli amministratori sulle opportunità di una programmazione pluriennale di investimenti pubblici da affiancare a investimenti privati per conservare le molteplici funzioni del reticolo irriguo.
Le cifre necessarie per gli interventi prioritari sono significative. «La posta in gioco non è soltanto il mantenimento della produzione agricola e del suo indotto, ma anche la produzione di energia idroelettrica, la salvaguardia dell’ambiente naturale, la conservazione delle riserve idriche sotterranee, lo sviluppo del turismo, il recupero del patrimonio storico e culturale». Il consorzio si è attivato finanziando la progettazione di interventi prioritari per circa 100 milioni di euro ed è impegnato costantemente nella ricerca di risorse per la sopravvivenza dei canali e delle opere idrauliche a esse connesse al «fine di consegnare alle generazioni future la grande eredità che Eugenio Villoresi ha lasciato sul territorio lombardo».
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