Parole che salvano: Vector spa di Castellanza introduce break formativi sui quasi infortuni
Essere consapevoli del significato di alcune definizioni e di alcune risposte che i lavoratori danno in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro può cambiare la percezione del pericolo
«Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti». È una celebre frase di Nanni Moretti pronunciata nel film “Palombella rossa”. Le parole giuste possono aiutare anche a aumentare la sicurezza sul posto di lavoro, limitando incidenti e infortuni. Alla Vector spa di Castellanza, azienda specializzata in import-export e spedizioni via aerea, via mare e ferrovia, dove lavorano 140 persone, sono stati inseriti dei break formativi per affrontare i cosiddetti “near miss”, cioè i mancati infortuni. L’azienda è stata premiata, insieme ad altre quindici, per le buone pratiche messe in campo, da Confindustria Varese e i sindacati confederali, Cgil, Cisl dei laghi e Uil Varese.
LE CERTIFICAZIONI NON BASTANO
Pluricerificata e dal 2021 società Benefit, Vector spa crede molto nella contaminazione positiva sia all’interno dell’azienda sia nel contesto territoriale. «Il nostro obiettivo è migliorare continuamente – spiega la manager Giada Anania -. Essere certificati 45001 dal 2014 è importante ma non basta. In Vector abbiamo gestito un’azione corale per alzare l’asticella e raggiungere risultati nel minor tempo possibile in tema di sicurezza sul lavoro».
LE PAURE DEI LAVORATORI
Per gestire un progetto sui near miss bisogna partire dal significato di quella definizione per scardinare poi a cascata una serie di paure legittime originate dalle domande che si pone il lavoratore: che cosa accade nel momento in cui si denuncia un quasi infortunio e, soprattutto, che responsabilità comporta per il lavoratore? «La prima cosa che abbiamo fatto con il preposto alla sicurezza e i responsabili del magazzino – spiega Anania – è stata l’analisi etimologica di alcune definizioni già in uso tra i lavoratori, che esprimono convinzioni consolidate anche se non verificate. Basti pensare alle classiche frasi: “Non succederà mai” o “qui avviene sempre così”».
SENTIRSI PARTE DEL CAMBIAMENTO
In Vector è nato un lavoro di gruppo con materiali formativi che alimentano tavole rotonde. Per catturare l’attenzione dei lavoratori, abituati a compiere azioni ripetitive e veloci, sono stati realizzati dei video relativi a situazioni di lavoro classificabili come near miss che hanno dato vita a vere e proprie discussioni tra i magazzinieri. «A questo punto, i lavoratori si sono sentiti liberi di esprimersi su quei mancati infortuni perché non si sentivano né giudicati né controllati – conclude la manager – bensì parte integrante del processo di cambiamento. E in quel momento è scattato il click che ci ha portato a discutere sul come segnalare, monitorare e migliorare l’intera infrastruttura per alzare il livello di sicurezza in azienda».
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