La violenta rissa al luna park dello scorso 13 ottobre ha creato grande scompiglio tra i cittadini, anche perchè la rissa ha coinvolto anche con coloro che per puro caso vi si sono trovati in mezzo.

È importante, di fronte a questi fatti, chiedersi se questi ragazzi, spesso non ancora maggiorenni e con età che raramente supera i 16 anni, siano pienamente consapevoli delle conseguenze legali dei loro atti.

A spiegare a cosa va incontro chi partecipa a una rissa è Giulia di Politics Hub. Nel reel che “inaugura” la collaborazione tra Legnanonews e i ragazzi dell’associazione giovanile attiva sul territorio di Legnano e Busto Arsizio, vengono illustrate con un linguaggio social vicino ai giovanissimi le pene previste dal codice penale: «Chiunque partecipi a una rissa – spiega Giulia – è passibile di una multa che arriva ai 2mila euro; se nella rissa qualcuno viene ucciso o subisce lesioni personali la pena per la mera partecipazione alla rissa va dai 3 mesi ai 5 anni». Ma le conseguenza non sono solo penali, come spiega bene Giulia nel video che uscirà il 31 ottobre.

Ogni mese i giovani di Politics Hub approfondiranno un tema di rilevanza locale portando il loro contributo e le loro competenze, allargando l’orizzonte per aprire riflessioni che non hanno confini e coinvolgere le nuove generazioni. I reel saranno condivisi sulle pagine social dell’associazione e quelli del giornale.

Legnanonews accoglie con entusiasmo questa nuova collaborazione, ringraziando i ragazzi di Politics Hub che in questi anni hanno portato in città eventi di qualità avvicinando i giovani alla politica.

VERA SFIDA CONQUISTARE I RAGAZZI SOLI E DISORIENTATI

Sull’episodio del Lunapark questo è il commento di Politics Hiba: «È essenziale riconoscere che molti giovani rappresentano i principali oppositori di eventi come quello avvenuto lo scorso 13 ottobre. Siamo quindi favorevoli all’adozione di misure di sicurezza per prevenire ulteriori episodi del genere. Allo stesso tempo, è cruciale esaminare la radice del problema. Le nuove generazioni hanno vissuto un periodo storico complesso – spiega la presidente, Rachele Grassini – , e i tradizionali luoghi di aggregazione, una volta fondamentali per la crescita dei giovani, hanno perso la loro rilevanza. Questi fattori hanno contribuito a far sentire molti giovani soli e disorientati, spesso intrappolati nei social media in cerca di approvazione. Da qui, emerge l’esigenza di pensare anche a soluzioni a lungo termine, che mettano in luce un problema generazionale e non limitato ai singoli. In questo, il terzo settore può svolgere un ruolo determinante, a livello culturale, ma soprattutto di modelli alternativi migliori. Pur condannando gravemente questi eventi, pensiamo che la grande sfida di oggi per la nostra società consista nel conquistare questi ragazzi, piuttosto che nel combatterli. Dobbiamo implementare strategie per renderli cittadini migliori domani, risorse e non motivo di preoccupazione per le loro comunità».

 

 

 

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