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Il codice della crisi e le soluzioni da adottare per dire addio ai debiti

Il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza è una risorsa prevista dal legislatore grazie a cui le aziende hanno la possibilità di anticipare lo stato di crisi, in modo da prevenire un suo graduale aggravament

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Il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza è una risorsa prevista dal legislatore grazie a cui le aziende hanno la possibilità di anticipare lo stato di crisi, in modo da prevenire un suo graduale aggravamento. Il codice è stato emanato attraverso il d. lgs. n. 14 del 2019, ma è entrato in vigore solo 3 anni più tardi, il 15 luglio del 2022, in seguito alla pubblicazione del d. lgs. n. 83 del 2022. Un ritardo di circa due anni, causato soprattutto dallo scoppio della pandemia da coronavirus; nel frattempo, però, sono subentrati alcuni interventi necessari ad adeguarsi alle prescrizioni della direttiva UE Insolvency 2017/1132.

Quali sono le novità più significative

Una delle novità più importanti tra quelle apportate dal codice della crisi d’impresa riguarda gli obblighi di segnalazione che spettano alle banche e ai creditori pubblici come l’Inail, l’Inps e l’Agenzia delle Entrate in presenza di quelli che possono essere considerati segnali di allarme. Attraverso il codice, inoltre, vengono consolidati i sistemi di controllo interno che hanno il compito di identificare le difficoltà di carattere finanziario ed economico: per esempio i debiti nei confronti dei fornitori, i debiti per le retribuzioni che non sono state versate e le esposizioni verso gli intermediari finanziari, come le banche.

La rilevazione precoce dello stato di crisi

Per effetto delle novità che il codice ha introdotto, le imprese si dotano di assetti organizzativi appropriati che hanno lo scopo di rilevare lo stato di crisi in maniera precoce. A tal proposito, lo stato di crisi viene identificato dal codice come lo stato del debitore per effetto del quale l’insolvenza viene resa probabile; esso è rappresentato da flussi di cassa inadeguati a fronteggiare le obbligazioni nei 12 mesi seguenti. Al tempo stesso, è prevista la sostituzione della nozione di fallimento, che lascia il posto a quella di liquidazione giudiziale, fermo restando che i tratti della procedura fallimentare restano gli stessi.

Gli strumenti di regolazione della crisi

L’applicazione del codice non riguarda unicamente le singole imprese, ma si può estendere al gruppo, da considerarsi come gruppo di società che fanno riferimento a uno stesso soggetto. Il codice, poi, ha esteso gli strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza con l’aggiunta dei concordati preventivi, degli accordi di ristrutturazione dei debiti, dei piani di risanamento, del piano di ristrutturazione soggetto a omologazione e della convenzione moratoria.

I meccanismi premiali

Nel caso in cui lo stato di crisi venga segnalato direttamente dall’imprenditore all’organismo di composizione della crisi di impresa, entrano in vigore dei meccanismi premiali: per esempio la riduzione delle sanzioni e degli interessi, oppure proroghe per depositare le proposte di concordato preventivo. È possibile beneficiare della causa di non punibilità e di altri vantaggi, dal punto di vista penale, se l’impresa è portata alla bancarotta fraudolenta o semplice per colpa di danni di modesta entità. In sostanza, laddove si configurano dei reati di piccola entità il tentativo è quello di fare in modo che l’attività possa riprendere: è per questo che la sanzione penale nei confronti dell’imprenditore viene ridotta. È possibile applicare il codice dell’impresa unicamente ai procedimenti giudiziari che sono stati avviati dopo la data di entrata in vigore; in altre parole, la normativa in vigore in precedenza rimane valida per i procedimenti già pendenti.

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Redazione
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Pubblicato il 18 Luglio 2023
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