Telemonitoraggio per le case popolari e recupero della palestra: così rinasce la ex Casa del Balilla di Legnano
Via libera dalla giunta di Legnano al progetto esecutivo per la ristrutturazione della "ex Casa del balilla", che costerà 2.624.850 euro
La giunta di Legnano ha approvato il progetto esecutivo per la ristrutturazione della “ex Casa del balilla” in via Milano. Il progetto, uno dei tre interventi candidati dall’amministrazione comunale attraverso Città Metropolitana al Programma innovativo per la qualità dell’abitare (Pinqua), ha un quadro economico di 2.624.850 euro, finanziati per 2.250.000 euro con fondi PNRR, per 149.850 euro con risorse proprie di bilancio e per 225.000 euro con risorse dal Fondo Opere Indifferibili.
Il progetto per il restauro e la ristrutturazione dell’edificio, che ospiterà al primo piano la centrale di telemonitoraggio per gli alloggi pubblici (SAP) e che comprende il recupero della storica palestra, è stato predisposto da un team di imprese che ha la capogruppo mandataria nell’Aterlier(s) Alfonso Femia, cui si devono interventi di rigenerazione urbana quali i dock di Marsiglia.
«Fra i diversi interventi di rigenerazione urbana di cui si sta occupando l’amministrazione comunale, quello che riguarda l’ex Casa del Balilla di via Milano merita un’attenzione particolare per l’importanza e il pregio architettonico dell’edificio di impronta razionalista – sottolinea Bianchi -. Con il restauro dell’immobile e il suo efficientamento energetico potremo, insieme, dotare il territorio di un servizio come il telemonitoraggio per le persone fragili negli alloggi SAP e recuperare un bene storico mettendo a disposizione delle società sportive una palestra che da oltre vent’anni era inaccessibile per la città».
Il progetto, riguardando un immobile storico costruito nel 1933, si basa su un lavoro preliminare di conoscenza dello stato dell’edificio che comprende l’analisi dei materiali e la loro condizione in ogni punto della superficie; per questo si è fatto uso di un sistema di rilievo laser scanner in grado di restituire con precisione il livello di degrado. Sulla base di queste analisi è stata redatta una “Tavola di restauro” con le indicazioni dei trattamenti cui dovranno essere sottoposti i diversi materiali. L’intervento restituirà l’immobile nella sua configurazione originaria, quindi implicherà la rimozione delle coperture a falde, oggi in cattive condizioni, aggiunte negli anni Cinquanta. Questa rimozione permetterà di liberare le finestre e la copertura piana, dove saranno installati i pannelli fotovoltaici, e i lucernari conservatisi fino a oggi.
Sempre per la parte esterna si provvederà al restauro del portone d’ingresso e alla sistemazione del piazzale antistante che sarà liberato dai parcheggi e tornerà alla sua vocazione pedonale. L’interno vedrà il rifacimento degli impianti, il restauro dei pavimenti e delle murature con nuovi intonaci, l’installazione di un ascensore, una nuova partizione per gli spogliatoi. La palestra conserverà le sue dimensioni attuali (la superficie è pari a 290 metri quadrati), sarà rivestita in listelli lignei e vedrà la sostituzione dei serramenti. Di particolare interesse il restauro della scala, il cui disegno riprende quello della scala progettata dall’architetto Piero Portaluppi in villa Necchi Campiglio a Milano, lo stesso disegno del pavimento sarà riportato sui ballatoi.
Trattandosi di un’opera di rigenerazione urbana, l’efficientamento energetico richiesto esclude l’utilizzo delle caldaie a gas e comporterà l’allaccio alla rete del teleriscaldamento, oltre all’aggiunta di pannelli fotovoltaici sulle coperture. L’edificio passerà dalla classe energetica F, che significa un fabbisogno energetico di 1.093.02 kw/h per metro quadrato all’anno, alla classe energetica B, con un fabbisogno di 287,48 kw/h per metro quadrato all’anno, con la riduzione a un
quinto.
Il progetto è il frutto di un confronto con la Soprintendenza ed è già stato esaminato dalla commissione Paesaggio. La gara per l’esecuzione dei lavori è stata lanciata negli ultimi giorni di giugno e l’apertura delle buste con le offerte è prevista per settembre. Primo intervento da effettuare sarà la bonifica, ossia la rimozione degli elementi in amianto. I lavori potrebbero partire alla fine del 2023; la loro durata è stimata in due anni.
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