Un “metrobus” del Sempione per collegare Busto, Gallarate e l’ospedale unico
L’idea è stata lanciata in un convegno promosso dal Comune di Busto Arsizio: un sistema con corsie riservate che faccia fare uno scatto in avanti alla mobilità in un’area di oltre 250mila abitanti e intervenga anche sulla riqualificazione di alcuni assi
Un “superbus” ad alta capacità, con tratte su corsie riservate, per collegare i centri dell’asse del Sempione e in particolare Busto, Gallarate e il futuro ospedale unico: l’idea è stata lanciata in un convegno a Busto Arsizio, promosso dal Comune e in particolare dall’assessore alla mobilità Salvatore Loschiavo.
Tecnicamente si chiama BRT, Bus Rapid Transit, sistema di trasporto rapido su bus. Un sistema con investimento significativo ma non enorme, che potrebbe intercettare i fondi del PNRR.
La proposta – portata dall’assessore Loschiavo – è di ragionare su questo sistema di trasporto in particolare per la connessione dell’ospedale unico, previsto a metà strada tra Busto e Gallarate: la stessa procedura di Vas ha mostrato diverse criticità e la necessità di aumentare drasticamente la quota prevista di utenti che accedano con il trasporto pubblico e la modalità dolce.
I sistemi BRT sono diffusi in molte città di medie dimensioni (foto di apertura: progetto di Nantes), ma anche in metropoli, integrazione di sistemi di metropolitana (come a Istanbul, dove i “Metrobus” servono 44 stazioni e 50 km di linee). Il primo sistema BRT in Italia e già in costruzione a Perugia, con un valore di 65 milione, un altro è allo studio a Piacenza.
L’obiettivo dell’ipotetica rete tra Busto e Gallarate sarebbe «collegare l’ospedale, connettere i Comuni, migliorare l’accessibilità alle stazioni» ha spiegato Simone Gragnani della società specializzata in trasporti Lem Tta.
Rispetto a un bus tradizionale, il sistema offrirebbe linee in gran parte in sede riservata e veicoli a grande capacità, adatti a poli di forte attrazione (come l’ospedale unico o anche – già oggi – le scuole). I progressi nei sistemi di elettrificazione dei mezzi su gomma potrebbero poi far pensare ad un passaggio alla trazione elettrica, al posto degli attuali motori Diesel, o a veicoli ibridi.
Un esempio di veicolo BRT: l’aspetto simile a quello di un tram, un mezzo considerato più attrattivo per la utenza, sulla base dei dati dei diversi sistemi già attiviIn più si tratterebbe di un sistema che rispetto a una rete di bus tradizionali consentirebbe di attrarre fondi infrastrutturali.
E qui si arriva a un altro vantaggio: inserire nel territorio un BRT significa, come nel caso di una linea tranviaria, ripensare gli spazi in superficie, “noi parliamo di riqualificazione ‘da palazzo a palazzo’, ridisegnando l’intera sede stradale”. E questo ad esempio – consentirebbe di intervenire su assi viari cresciuti spesso con adattamenti nel tempo e senza un disegno. Uno scenario che fa pensare proprio – ad esempio – all’asse del Sempione tra Gallarate e Busto, di cui peraltro la stessa Vas dell’ospedale unico prevede il rinnovo per un tratto di circa mezzo chilometro.
L’ipotesi lanciata da Busto interessa al territorio. Se è vero – come ha ammesso il sindaco Emanuele Antonelli – che il trasporto pubblico «è stato un po’ tralasciato negli anni”», un investimento consistente con risorse esterne (da PNRR appunto) consentirebbe di rilanciare e dare quello scatto di cambiamento che è necessario in un territorio in cui al di fuori della ferrovia il Tpl ha un ruolo davvero limitato. Il sistema del “metrobus” richiederebbe una progettazione complessiva tra più Comuni: «Forse è proprio l’Agenzia TPL che dovrà fare sintesi» ha incalzato il sindaco di Gallarate Andrea Cassani.
Allo stato attuale, a dire il vero, l’Agenzia non ha ancora avviato la gara di bacino, il che non consente di “mettere in rete” neppure i servizi urbani superando le rigide divisioni tra Comuni (ne parlavamo ad esempio qui): arrivare a una logica di rete complessiva richiede ancora uno sforzo. La prospettiva evocata per il “metrobus” riguarderebbe almeno i Comuni della conurbazione Gallarate-Busto-Castellanza, con possibilità di coinvolgere anche Legnano, appena oltre i confini provinciali. E siccome i sistemi BRT prevedono anche la possibilità di “antenne” di prolungamento delle linee, un altro asse potrebbe essere quello della Valle Olona, non a caso al convegno hanno partecipato anche gli amministratori di Olgiate e Fagnano.
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