Disastro ambientale, indagati due dipendenti della discarica di Gerenzano
Questa l'ipotesi della Procura di Busto Arsizio che ha indagato sul presunto malfunzionamento del sistema di estrazione del percolato e del biogas nella discarica più grande d'Europa dove verrà spostato un corso d'acqua
Disastro ambientale. È questa l’ipotesi della Procura di Busto Arsizio, avanzata nei confronti di due operatori della discarica di Gerenzano, tra le più grandi d’Europa e vera e propria bomba ecologica spesso ignorata nel territorio del Basso Varesotto, al confine con la Città Metropolitana.
L’indagine, ormai alle fasi conclusive, si è concentrata sull’impianto che estrae il percolato e il biogas dall’enorme montagna di rifiuti per evitare che finisca nel terreno e nella falda sottostante. Da quanto emerso sembra che i due dipendenti non avessero fatto funzionare a dovere l’impianto, lasciando che i liquidi all’interno della discarica finissero negli strati sottostanti.
Una ricostruzione di quello che avviene sotto la discaricaLa discarica, infatti, è molto vecchia e quando è stata aperta non sono stati fatti lavori di isolamento del terreno di alcun tipo. Al suo interno veniva gettato qualsiasi tipo di rifiuto (da quello urbano a quello industriale) e un’inchiesta di Milena Gabanelli di qualche anno fa ipotizzava anche la presenza di alcuni bidoni con all’interno materiale radioattivo.
Nonostante le continue richieste del locale comitato, delle associazioni e dei movimenti ambientalisti nulla è stato fatto in questi 30 anni per bonificare il sito. Solo recentemente Regione Lombardia ha preso alcune decisioni ma relative alla parte che si affaccia sul torrente Bozzente dove l’erosione delle sponde ha portato allo scoperto lo strato di rifiuti che finiscono nel corso d’acqua: «Per risolvere questo problema – spiega il sindaco Stefania Castagnoli – si è deciso di spostare l’alveo del fiume con un investimento di 5 milioni di euro».
Per la discarica e il suo enorme cumulo di rifiuti (sia urbani che speciali, ndr) per ora nessuna decisione è stata presa se non quella di realizzare barriere idrauliche nella falda sottostante che, però, non risolvono del tutto il problema.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.