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Fratelli d’Italia “straccia” la Lega alle politiche, è il primo partito di Legnano

Dal 2018 Fratelli d'Italia è passato dal 4% ad un risultato che tra Camera e Senato oscilla tra il 26 e il 28%, pari da solo all'intero centrosinistra

Candidati di Fratelli d'Italia in comizio a Legnano

I rapporti di forza in consiglio comunale lo avevano già fatto capire da un pezzo, con il partito “asso pigliatutto” che aveva strappato alla Lega il ruolo di prima forza politica consegnatogli dalle amministrative prima con il cambio di casacca di Franco Colombo – che aveva già lasciato il Carroccio ed aveva scelto di correre come civico alle ultime comunali -, poi con  il passaggio di Carvelli  che aveva scelto di lasciare la Lega. Ora sono le urne delle politiche a metterlo nero su bianco: a Legnano centrodestra fa ormai rima con Fratelli d’Italia, come del resto un po’ su tutto il territorio.

In quattro anni, quanti ne sono passati dalle ultime politiche, il partito di Giorgia Meloni in città è passato da un 4% che ne faceva il fanalino di coda delle tre anime del centrodestra tradizionale, ad un risultato che tra Camera e Senato oscilla tra il 26 e il 28%, che di fatto equivale ai voti dell’intero centrosinistra. E se già mesi fa Fratelli d’Italia si era fatta avanti con l’intenzione di esprimere il candidato che guiderà la coalizione alle amministrative del 2025, ora sembra difficile che qualcuno possa mettersi sulla strada del partito, al netto di una spaccatura che a livello locale non si può escludere vista la frattura più che evidente con Lega e lista Toia in consiglio comunale.

Candidati di Fratelli d'Italia in comizio a Legnano

E in un centrodestra dove anche Forza Italia, di fatto dimezzata nei consensi, ha le ossa rotte, è proprio la Lega che in città esce più ridimensionata dalle urne: le elezioni politiche hanno segnato per il Carroccio una brusca discesa dal 27% circa che nel 2018 ne faceva il primo partito cittadino ad un consenso che oscilla tra l’11 e il 12%. La Lega è stata superata alla Camera anche dal Terzo Polo che a Legnano, unico comune del Legnanese dove è andato in doppia cifra, è stato una grande sorpresa in questa tornata elettorale.

Ha resistito – bene o male – alle bordate del centrodestra il Partito Democratico, sostanzialmente stabile al Senato nonostante i due punti percentuali persi alla Camera. Ma va da sé che il risultato, che resta comunque uno dei migliori nel Legnanese, imporrà anche a livello locale qualche riflessione, anche perché da qui alle prossime elezioni in città i Dem pagheranno dazio a Fratelli d’Italia che in città avrà il fisiologico vantaggio di non governare.

Nel contesto della coalizione di centrosinistra, da segnalare il risultato  di Verdi/Sinistra Italiana che ha raggiunto il 3,8% fra l’altro riuscendo ad eleggere al Senato della Repubblica il candidato Tino Magni. 

Chi a Legnano ha avuto un crollo che senza esitazione si può definire verticale è invece il Movimento 5 Stelle, passato in quattro anni da un 21% “abbondante” ad un 9% che non tiene il passo del risultato registrato a livello nazionale. Questo nonostante la scelta, almeno per la Camera, di uno dei pochi candidati (insieme a Sara Bettinelli, sindaco di Inveruno candidata per il Pd) di questa tornata realmente espressivi del territorio e non “paracadutati” dal tetris di nomi con cui i partiti hanno provato a rispondere da un lato al taglio dei parlamentari e dall’altro ai meccanismi di una legge elettorale contestata da tutti ma mai modificata in quattro anni di legislatura.

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 26 Settembre 2022
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