Nuovo campus scolastico a Nerviano, “guerra aperta” in consiglio tra maggioranza e opposizioni
Pioggia di interrogazioni e interpellanze dalle opposizioni sul progetto per il nuovo campus scolastico tra via Roma, via da Vinci e via Diaz a Nerviano
Serata di fuoco non solo per le temperature da bollino rosso in consiglio comunale a Nerviano, dove a scaldare gli animi è stato ancora una volta il progetto per il nuovo campus scolastico tra via Roma, via Leonardo da Vinci e via Diaz, sempre più al centro dello scontro tra la maggioranza che lo scorso anno ha portato Daniela Colombo alla fascia tricolore e le opposizioni. Tanto da finire al centro di una “pioggia” di interrogazioni bipartisan da parte sia del Partito Democratico, sia di Lega, Gruppo Indipendente Nervianese e Con Nerviano. E tanto da accendere il dibattito – tra un intervento fuori microfono e l’altro – al punto da costringere il presidente del consiglio comunale Lorenzo Lattuada a sospendere la seduta e a minacciare un secondo stop forzato dei lavori del parlamentino cittadino.
Progetto da 16 milioni di euro per il nuovo campus scolastico in via Roma a Nerviano
IL RICORSO AL TAR
La prima questione che ha fatto storcere il naso alle opposizioni è stata il ricorso presentato al TAR dall’amministrazione contro il provvedimento del Ministero dell’Istruzione che ha “bocciato” la candidatura di Piazza Manzoni all’avviso pubblico per la realizzazione di nuovi edifici scolastici pubblici da finanziare nell’ambito del PNRR, dove a sbarrare la strada al progetto di Nerviano era stata la «mancanza dei requisiti minimi di ammissibilità richiesti in relazione alla verifica di interesse culturale»: per la demolizione delle parti dell’edificio costruite prima del 1952, infatti, serve il nulla osta della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la sola presentazione della domanda di svincolo non era bastata per l’ingresso in graduatoria.
Motivazione che non ha convinto la giunta sotto più di un profilo, dall’assenza di disposizioni che prevedessero la previa esecuzione della verifica ad una loro eventuale illegittimità, passando per la circostanza che solo una porzione di uno dei due immobili oggetto dei lavori è stata costruita prima del 1952 ed è quindi soggetta al vincolo di interesse culturale. Da lì il ricorso, che però è arrivato per la Lega come «un fulmine a ciel sereno», come ha spiegato il consigliere David Guainazzi, portando ad un’interpellanza che ha chiesto conto a sindaco e giunta delle ragioni della scelta e dei costi finora sostenuti per il campus.
«Stiamo cercando quanto più possibile di recuperare fonti di finanziamento per il progetto del campus scolastico – ha replicato il sindaco Daniela Colombo -: io personalmente non lascerò nulla di intentato. Rispetto all’esclusione dal bando PNRR, sentito l’avvocato si è ritenuto ci fossero gli elementi per fare un ricorso al TAR e l’abbiamo fatto. Per quanto riguarda i costi sostenuti, parliamo di 70mila euro di costi di progettazione e di 13.600 euro che sono i costi del ricorso, lo 0,6% del valore del PNRR se dovessimo vincere questo ricorso e fossimo finanziati».
Parole che però non hanno convinto il Carroccio «Nonostante tutto continuiamo a buttare via soldi – ha sottolineato Guainazzi, protagonista subito dopo di una discussione quantomeno vivace con la prima cittadina che ha portato il presidente del consiglio a sospendere la seduta consiliare per far calmare gli animi -: nessun risultato è stato ottenuto in questi mesi di amministrazione per il campus, il sindaco fa riferimento ad una ricerca continua di fondi ma questa non è una ricerca di fondi, è un’azione giudiziaria».
Così come non hanno superato le perplessità della Lega le spiegazioni dell’assessore alla partita Sergio Parini. «Rilevo per l’ennesima volta che qui c’è qualcuno che gode del fatto che il comune di Nerviano non riesca ad ottenere dei risultati per i cittadini di Nerviano. Rifare due scuole richiede dai 16 ai 20 milioni di euro e il comune di Nerviano quei soldi non li ha: o riceve finanziamenti da enti sovraordinati, o non è in grado di intervenire come serve e non con un intervento e non a pezzi. Il primo step su quelle scuole dovrebbe infatti essere il consolidamento statico per l’adeguamento al pericolo sismico e per farlo occorre mettere a nudo le strutture, operazione che richiede già il finanziamento degli slot successivi».
«Ascoltare da parte di un assessore parole come quelle appena dette (il riferimento è alla frase «Qui c’è qualcuno che gode del fatto che il comune di Nerviano non riesca ad ottenere dei risultati per i cittadini di Nerviano», ndr) mi sembra fuoriluogo – ha ribattuto il consigliere Massimo Cozzi, critico anche nei confronti della decisione di Lattuada di sospendere il consiglio comunale -. Abbiamo solo fatto notare che secondo noi questo ricorso è completamente inutile e a pagarlo, piaccia o non piaccia, saranno i cittadini nervianesi. La realtà dei fatti è che si continua a perseverare con la scelta: è stato chiesto di riportare il progetto in commissione e invece proprio nei giorni scorsi è stato approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica. Si è disposti a tutto per questo campus, ma qualcuno legittimamente può essere contrario: noi lo siamo e come voi anche noi ci stiamo adoperando in tutte le sedi».
IL CALO DEMOGRAFICO
Nel mirino delle opposizioni è finito anche il calo demografico e il conseguente rischio di sovradimensionamento del nuovo campus, stavolta “per mano” del Partito Democratico che ha chiesto conto all’assessore alla partita della posizione dell’amministrazione rispetto all’eventualità di un polo centrale a discapito dei plessi nelle frazioni.
«Il progetto del campus scolastico presenta un sovradimensionamento rispetto all’andamento demografico della popolazione scolastica di Nerviano – ha sottolineato il PD presentando l’interrogazione -. Questo dato è stato confermato dall’assessore Parini nel precedente consiglio comunale. La conseguenza di questa affermazione non può che essere l’intenzione di concentrare nella nuova sede di via Roma tutte le scuole primarie, comprese quelle delle frazioni di S. Ilario e Garbatola, privando così le comunità dell’unico punto di riferimento quali sono le scuole».
«Quando si parla di sovradimensionamento non mi trovo d’accordo – ha replicato l’assessore Laura Alfieri -: il progetto risponde alle esigenze presenti. La scuola primaria di via Roma conta ad oggi 283 studenti con tre sezioni per cinque classi, mentre la scuola secondaria conta 374 alunni con sette sezioni per tre annualità. L’attuale impianto del campus non mi pare sovradimensionato, anzi può portare un vantaggio in futuro in quanto ha una struttura flessibile, ad esempio per classi numerose, ma non prelude a fusioni o aggregazioni».
Negli ultimi anni il calo demografico è stato comunque un realtà con cui convivere anche per Nerviano, passata dai 1.706 studenti dell’anno scolastico 2013/2014 ai 1.360 di quello appena concluso. «Tutto questo però non fa intendere nessun progetto dell’amministrazione comunale per chiudere scuole – ha aggiunto Alfieri -, è un problema che andrà eventualmente affrontato con tutti i soggetti del territorio coinvolti in un percorso di concertazione».
IL PROGETTO PER IL NUOVO CAMPUS
Lo scontro forse più duro, però, è quello che si è consumato sul progetto vero e proprio, già al centro delle critiche dei Dem durante la precedente seduta consiliare e ieri “protagonista” involontario di un’interrogazione incentrata sull’«avvio di una fase di studio e progettazione per superare i deficit rilevati nel progetto presentato dall’amministrazione».
«Nell’interpellanza presentata nel precedente consiglio comunale le considerazioni della consigliera Antonella Forloni sulla inadeguatezza del progetto e la non rispondenza alle finalità contenute nel bando sono state stigmatizzate anche con qualche eccesso dall’assessore Sergio Parini e dal presidente del consiglio comunale Lorenzo Lattuada – ha sottolineato il PD presentando l’interrogazione -. Le riflessioni poste dalla consigliera trovano conferma in quanto esposto dal Nucleo di Valutazione del bando».
«Accetto l’opposizione ma non la disinformazione o la mistificazione – è stata la replica della prima cittadina Daniela Colombo, tacciata di aver usato parole «molto gravi» dalla consigliera del PD Antonella Forloni -. Il nucleo di valutazione ha scritto: “Il nucleo valuta che il livello di fattibilità del progetto presentato manca di approfondimenti” e abbiamo detto in tutte le lingue che è un progetto preliminare. Ma che si parli di un progetto “buttato lì” non lo accetto. Non mi risulta che la consigliera Forloni abbia partecipato alla commissione o agli incontri con gli stakeholders, ha letto una frase di tre righe e ha parlato per un quarto d’ora di un progetto che non conosce».
Anche in questo caso, però, le spiegazioni del sindaco rispetto agli input dati dall’amministrazione ai progettisti e sui risultati cui tende Piazza Manzoni non hanno potuto nulla di fronte ai dubbi del Partito Democratico. «Si cerca di fare un’enorme confusione su questa vicenda, ma se si vuole il finanziamento regionale una riflessione su questo progetto bisogna farla. Non posso essere in tutte le commissioni, ma ho esaminato il progetto ed è inadeguato».
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