A San Giorgio l’ultimo saluto a Livio Mereghetti, pilastro del Campaccio e del ciclismo dell’Alto Milanese
Chiesa gremita e tanta commozione per l'ultimo saluto a Livio Mereghetti, "bandiera" dell'U.S. Sangiorgese: «Ha fatto del bene alla comunità con lo sport»
Una chiesa piena – per quanto possa esserlo ai tempi del coronavirus – di amici, parenti, dirigenti e atleti delle tante società sportive dove ha lasciato il segno nel corso della sua lunga storia d’amore con lo sport e in particolare con il ciclismo. Gli stendardi delle associazioni sportive a rendergli l’ultimo omaggio, in prima fila quello della “sua” sportiva. La maglia blu-arancio dell’U.S. Sangiorgese sulla bara, per avvolgere anche l’ultimo viaggio nei colori che hanno dato sapore a tutta una vita. Così San Giorgio su Legnano, tra gli applausi e con tanta commozione, ha dato l’ultimo saluto a Livio Mereghetti, vera e proprio bandiera del ciclismo locale, del Campaccio e dello sport sangiorgese.
«Chi divide la vita con gli altri, chi la condivide per il bene comune e non la conserva egoisticamente per sé, alla fine trova la sua vita moltiplicata per mille, e la vostra numerosa presenza ne è la prova – ha sottolineato il parroco, don Antonio Ferrario, durante l’omelia -. Livio ha diviso e condiviso la sua lunga vita con la famiglia, nel lavoro, nella vita cristiana e nello sport. Qualcuno potrebbe obiettare che ci sono aspetti più importanti dello sport a cui dedicare tempo ed energie, ma dipende come si guarda allo sport: facendo qualche chiacchierata con Livio ho percepito che nello sport lui ha trovato la sua maniera di fare del bene. La vita sportiva è molto simile alla fede: Livio l’aveva capito e non ha sacrificato la fede allo sport, ma ha trovato in essa la forza e lo spirito per vivere con maggiore autenticità il suo impegno. Lo sport è uno dei premi della vita e Livio non lo ha mai perso di vista praticandolo da giovane e promuovendolo con tanto tempo, energie e talento fino alla viglia della sua chiamata al cielo. Se siamo qui tanto numerosi oggi, è perché riconosciamo a Livio questo servizio. Ora a ciascuno di noi spetta il compito di portare avanti quello che Livio ha fatto».
In tanti si sono alternati davanti al microfono per ricordare tutto quello che Mereghetti ha dato allo sport sangiorgese e in generale alla comunità: dal presidente dell’U.S. Sangiorgese Claudio Pastori, che ha voluto ricordalo soprattutto come un «uomo leale», al direttore generale del Campaccio Tito Tiberti, che ha invitato tutti a non dimenticare l’esempio dato da un «campione di passione», l’unico fino ad oggi che della gara di cross country aveva seguito ogni edizione. E a posare la maglia blu-arancio, quella “storica”, sulla bara, è stato proprio il sindaco Walter Cecchin, al quale Mereghetti stesso l’aveva regalata un anno fa, insieme al figlio Innocente. «Livio ha fatto veramente del bene alla nostra comunità – sono state le parole del primo cittadino, visibilmente emozionato -, ha impegnato tanto del suo tempo per moltissimi anni in modo tale che i ragazzi più giovani potessero fare dello sport e questo è il risultato: una chiesa gremita, nonostante la situazione sanitaria, per salutare un uomo buono».
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