Famiglia di Parabiago con tre disabili chiede un posto auto ad hoc, ma la legge non lo consente
Davanti all'abitazione di famiglia esistono già due posteggi riservati ai disabili, ma in base alla normativa non è possibile riservarne uno per loro
Una famiglia con tre disabili, due parcheggi per diversamente abili davanti casa molto spesso già occupati – complice anche la vicinanza dell’abitazione al poliambulatorio di via XI Febbraio – e una richiesta avanzata ormai da anni per un posteggio riservato che si scontra contro i presupposti richiesti dalla legge per l’assegnazione. Partita metaforicamente da via Mazzini, la battaglia di una famiglia di Parabiago per non dover “rincorrere” un posto auto nonostante le disabilità con cui devono quotidianamente convivere è approdata nei giorni scorsi in consiglio comunale per mano del Partito Democratico, che se ne è fatto portavoce con un’interrogazione.
«La questione riguarda i parcheggi per disabili ad personam – ha spiegato il consigliere Dem Giorgio Nebuloni -. Il sindaco, secondo la normativa vigente, ha la possibilità di decidere di individuare tra i parcheggi per disabili esistenti oppure creandone di nuovi dei parcheggi da assegnare a persone diversamente abili residenti sul territorio della propria città. La richiesta avanzata al comune era quella di realizzarne uno in via Mazzini, prospiciente all’abitazione di una famiglia all’interno della quale ci sono ben tre persone invalide: davanti a casa loro ci sono già due parcheggi per diversamente abili, peccato però che l’abitazione sia vicina ai poliambulatori di via XI Febbraio, per cui spesso questa famiglia lamenta il fatto che torna a casa e trova i parcheggi occupati e chiede quindi di individuarne uno come riservato al loro nucleo familiare. Questa famiglia ha chiesto più volte di essere sentita dal sindaco e solo dopo numerosi tentativi questo è stato possibile. Così non è stato invece per la rappresentante nazionale dell’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche Rare, alla quale non è mai stato concesso un incontro con il sindaco nonostante l’avesse chiesto. Se non è possibile, come probabilmente non lo è dal momento che abbiamo verificato e non ci sono gli spazi, realizzare un nuovo parcheggio, chiediamo se non sia possibile almeno destinare in via riservata alla famiglia uno dei due già esistenti».
Il passaggio tra i banchi del parlamentino cittadino, però, non sembra destinato a cambiare il “verdetto”: per un parcheggio “ad hoc”, infatti, manca uno dei presupposti previsti dalla normativa, ovvero la classificazione della strada come strada ad alta densità di traffico. Via Mazzini è infatti «caratterizzata dal piano urbano del traffico quale strada locale e in quanto tale è ontologicamente da ritenersi come una strada con scarsa densità di traffico – ha spiegato il sindaco, Raffaele Cucchi -. Considerata l’oggettività della caratteristiche della strada, lo stato dei fatti dei luoghi non può essere mutato dalla concessione di uno stallo riservato ad personam né da altro intervento o necessità precipua di chi richiede la concessione, ma anzi questa è da ritenersi non ammissibile proprio perché manca un requisito fondamentale previsto dalla normativa vigente. Il consigliere nazionale – ha aggiunto il primo cittadino – voleva affrontare un intervento già ben noto e ben argomentato con le sue comunicazioni telefoniche e via mail. Avendo inoltre già incontrato la famiglia interessata più volte per affrontare questo tema, ho ritenuto che in quella fase non fosse necessario un incontro ad hoc, ma se la consigliera avesse ribadito la necessità del suddetto incontro avrebbe potuto come sempre formalizzarlo e sarebbe stata come sempre ricevuta».
Motivazioni, quelle opposte dal sindaco, che per il Partito Democratico non tengono conto del «problema reale». «Credo che ancora una vola si stia scrivendo una brutta pagina per il nostro comune – ha replicato Nebuloni -: è brutto che ad una famiglia con tre invalidi si neghi la possibilità di un piccolissimo beneficio che non costa niente a nessuno, è brutto che non si sia dimostrata la sensibilità di convocare una rappresentante nazionale che ne ha fatto richiesta. Noi crediamo che si possa ancora venir fuori da questa vicenda a testa alta e con la coscienza a posto: non si tratta di fare qualcosa contro la legge, ma di un intervento che consenta ad una famiglia di vivere una vita già per loro molto difficile in modo un pochino meno difficile».
Davanti alle obiezioni del PD, però, il sindaco ha ribadito che si tratterebbe di «chiedere al comando di Polizia Locale di fare qualcosa contro la legge».
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