Insieme per Legnano e Legnano Popolare ripartono dalla “cura di vicinato”
Insieme per Legnano e Legnano Popolare puntano sul decoro urbano con la "cura di vicinato" e sull'attenzione ai più fragili con un disability manager
Una città «bella ovunque e non solo in centro» e un progetto a lungo termine che strizza l’occhio ad una nuova vita per alcune «zone di Legnano che storicamente ci fanno soffrire, come la stazione e la Manifattura»: sono questi i “sogni nel cassetto” con cui scendono in campo Insieme per Legnano e Legnano Popolare, che hanno scelto di correre insieme con una lista unica per sostenere la candidatura di Lorenzo Radice a sindaco di Legnano alle prossime elezioni amministrative.
Quello che in un modo o nell’altro si concluderà fra pochi giorni è un cammino che parte da lontano e che ha corso lungo due binari: la crisi sanitaria globale legata al coronavirus e il rinvio del voto per la pandemia, e la crisi politico-giudiziaria tutta legnanese che ha portato ad oltre un anno di commissariamento per la città. «Finalmente si vota – sottolinea con un sorriso il capolista Marco Bianchi, esponente di Insieme per Legnano -: dalle dimissioni di massa di marzo 2019 è passato ormai troppo tempo. Le peripezie giudiziare che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale sono state una fatica, ma anche una battaglia giusta da combattere. Poi è arrivato anche il posticipo imprevisto legato al Covid-19, ma adesso ci siamo».
«Questa è una campagna elettorale diversa dalle altre – aggiunge Bianchi -, anche se come lista civica ne abbiamo già affrontate quattro, fatto più unico che raro. Abbiamo deciso di unirci lungo il cammino con Legnano Popolare: nella coalizione ognuno ha le sue caratteristiche e i suoi cavalli di battaglia, ma dopo aver lavorato a lungo insieme abbiamo realizzato che i punti che ci accomunano, l’unità di intenti e il legame con il mondo dell’associazionismo facevano di noi due gruppi molto omogenei. Abbiamo potuto sperimentare la capacità di lavorare insieme con stima e affiatamento, quindi abbiamo ritenuto più corretto per l’elettorato avere un volto unico e abbiamo optato per una lista di 11 donne e 13 uomini con competenze ed esperienze professionali e in campo scolastico e sociale, ma anche artistico e culturale».
Insieme per Legnano e Legnano Popolare alla coalizione di centrosinistra hanno portato in dote una particolare attenzione alle piccole cose. «Ci siamo resi conto che questo tema da troppi anni è in secondo piano – spiega il capolista -: quando un cittadino si lamenta che la zona in cui vive è poco curata può sembrare una sciocchezza ma in realtà è fondamentale». Per questo la lista punta sull’«attenzione al decoro urbano» e «sulla cura di vicinato», una sorta di estensione del controllo di vicinato alla cura della città da concretizzare con «la collaborazione dei cittadini e incentivando anche gli esercizi commerciali a cooperare con il Comune per contribuire alla manutenzione e riportare i problemi». Poi l’attenzione alle categorie più fragili con la regola dell’ABCD, che sta per anziani, bambini, ciclisti disabili (perché «vedere le cose dal punto di vista di chi ha più difficoltà è il modo migliore per fare in modo che la città sia a loro misura e quindi di conseguenza a misura di tutti») e l’introduzione di un disability manager, ovvero «un professionista che fa parte della macchina comunale, conosce in maniera approfondita la normativa ed ha una particolare attenzione alle possibilità di reperire fondi ad hoc».
Il libro dei sogni della lista spazia da proposte che puntano a fare in modo che Legnano «non rinunci al ruolo che le periferie devono avere», come un centro civico per il quartiere San Paolo, a progetti per «trasformare il volto della città» come quelli per la Manifattura e per le tante «aree irrisolte, che non sono magari chiuse e inaccessibili ma hanno ancora tantissimi punti critici, come ad esempio la stazione». Senza dimenticare obiettivi “storici” come il vecchio ospedale: «La sanità lombarda ha dimostrato di essere un’eccellenza dal punto di vista delle specializzazioni – conclude Marco Bianchi -, ma anche di avere problemi dal punto di vista del rapporto tra le istituzioni sanitarie e il territorio. Sono stati mossi i primi passi per recuperare gli spazi del vecchio ospedale e noi contiamo di proseguire lungo questa via per far tornare la zona accessibile e fruibile per i cittadini».
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