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Busto Garolfo, 2 giugno: “La Repubblica diventa concreta con la Costituzione”

Busto Garolfo ha celebrato la Festa della Repubblica con l'alzabandiera nel cortile del municipio e un discorso del presidente della Consulta Giovani

festa della repubblica busto garolfo

L’alzabandiera nel cortile del municipio, alla presenza di molti consiglieri comunali, e un discorso di Marco Zangirolami, presidente della Consulta Giovani: così Busto Garolfo ha scelto di ricordare la Festa della Repubblica al tempo del coronavirus, in un 2 giugno che non ha potuto portare con sé le manifestazioni di piazza che da sempre siamo stati abituati a conoscere ed aspettarci in questa ricorrenza.

Per festeggiare il 74° anniversario dell’Italia repubblicana, Zangirolami ha scelto le parole pronunciate da Piero Calamandrei il 26 gennaio 1955 a Milano nel Salone degli Affreschi della Società Umanitaria, durante un ciclo di conferenze sulla Costituzione rivolte agli studenti universitari e medi. «Perchè parlare della Costituzione nel giorno della Repubblica – ha spiegato il presidente della Consulta Giovani -? Perché è grazie alla Costituzione e ai suoi articoli che la Repubblica diventa qualcosa di concreto e ci esorta alla responsabilità ogni giorno».

«La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé – sono le parole di Calamandrei risuonate questa mattina a Busto Garolfo -. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane. Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione».

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 02 Giugno 2020
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