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Nidil e Slc Cgil: «C’è preoccupazione per i lavoratori dello Sport»

Alla prima videoconferenza della Nidil hanno preso la parola dipendenti la cui cassa integrazione sta per scadere o persone senza ammortizzatori. Tutti chiedono una riforma del settore. 

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Più di una cinquantina i lavoratori che hanno partecipato, nei giorni scorsi, alla prima video conferenza organizzata dalla SLC e NIdiL CGIL Ticino Olona percapire quale sarà il futuro post Covid-19 per il mondo dello sport. A prendere parola sono stati dipendenti la cui cassa integrazione sta per scadere o persone senza ammortizzatori che chiedono una riforma del settore per contrastare il lavoro nero. 

L’80% di chi lavora nel settore sportivo è privo di diritti e tutele, si tratta di istruttori, atleti, personale impegnato nei corsi delle palestre e impianti sportivi che vengono definiti dalla attuale normativa come collaboratori sportivi. E secondo il segretario NIdil CGIL Ticino Olona Juri Sbrana e Davide Ferrario Segretario generale SLC Ticino Olona «Questo significa che centinaia di lavoratori non sono coperti da diritti che la CGIL considera universali. Le categorie della CGIL che rappresentano il mondo dello sport del nostro territorio a partire da questo primo appuntamento intendono dare voce e rappresentanza a questi lavoratori a partire da una mappatura dei principali impianti sportivi presenti nel Ticino Olona per capire come iniziare come dare forma richieste del settore».

Diversi i temi emersi durante la conferenza e come spiega Sbrana, diversi collaboratori sportivi hanno «sottolineato la necessità di riformare il sistema anche per contrastare il lavoro nero e dare il giusto valore al lavoro nello sport. Per i collaboratori dello sport è necessario prevedere tutele e diritti come: assicurazione Inail, previdenza, malattia, infortunio e maternità. E richiedono, inoltre, di stabilire compensi minimi orari e diritti sindacali».

Per quanto riguarda invece i dipendenti diretti degli impianti c’è molta attesa ed apprensione, infatti le nove settimane di cassa integrazione covid, partite al 23 febbraio terminano in questi giorni e «siamo in attesa del decreto del governo per avere altri ammortizzatori, inoltre nessun impianto ha anticipato le indennità, quindi i lavoratori da febbraio attendono i pagamenti dall’Inps – affermano Sbrana e Ferrario -. Da segnalare anche le difficoltà rispetto all’attuazione dei protocolli di sicurezza, a parte poche attività individuali come ad esempio il tennis, per altre discipline e le palestre occorrerà ancora capire le modalità di riapertura per la massima sicurezza di lavoratori e atleti».

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Pubblicato il 13 Maggio 2020
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