Morti sul lavoro, Cgil Ticino Olona: «Un bollettino di guerra inaccettabile»
Per il segretario della Cgil Ticino Olona Mario Principe a 24 ore dall'incidente sul lavoro registrato nel milanese, il terzo in tutta Italia accaduto in una sola giornata serve «cambiare la cultura per la protezione e la sicurezza sui posti di lavoro»
In un solo giorno due operai hanno perso la vita a Rozzano, uno nel padovano e un altro ancora nel torinese. E oggi, 29 settembe, un lavoratore è rimasto coinvolto in un incidente in una ditta a Parabiago: «Un bollettino di guerra inaccettabile» per il segretario della Cgil Ticino Olona Mario Principe intervenuto oggi, 29 settembre, a 24 ore dal martedì nero registrato in tutta Italia. «I dati sono allarmanti: in quest’ultimo periodo contiamo un incidente al giorno soltanto nel milanese. Dietro queste morti ci sono spesso gravi responsabilità ed inadempienze: la lentezza delle istituzioni nell’azione di prevenzione e di repressione».
L’emergenza Covid ha sicuramente peggiorato la situazione e complicato i controlli secondo Principe, per questo occorre «prevedere un obbligo formativo per tutti i lavoratori e le lavoratrici. Inoltre, le aziende appaltanti che non rispettano le norme sulla sicurezza devono essere escluse dalle gare di appalto. Gli infortuni sul lavoro non sono fatalità ma hanno responsabilità precise. Le persone devono poter andare al lavoro sapendo che è tutto in ordine e organizzato per impedire qualsiasi tipo di infortunio, e soprattutto avere la certezza di poter tornare a casa dai propri cari.
Il segretario della Cgil locale è convinto che il complesso tessuto produttivo del territorio richieda «un’azione di vigilanza ed ispezione più capillare perché non ci si può limitare a controlli e verifiche ma si deve entrare nei processi produttivi per tentare di migliorarli, la CGIL Ticino Olona farà la propria parte, in occasione della definizione di protocolli per la regolamentazione degli appalti e subappalti proporremo di escludere dalle gare le aziende con troppi infortuni e istituire una sorta di patente a punti, che premi le imprese più virtuose in tema di prevenzione su salute e sicurezza. Serve cambiare la cultura per la protezione e la sicurezza ed è necessario investire risorse nei Dipartimenti di Prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, negli Ispettori del lavoro per garantire un approccio pedagogico, ma anche di ferrei controlli e sanzioni per chi non rispetta le norme. La politica deve prendersi le sue responsabilità mettendo gli investimenti in sicurezza al primo posto. Poi c’è il tema dell’organizzazione del lavoro che sta in capo alle imprese».
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