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La lettera

di Elda Caspani

Il racconto della domenica

Vedrai che un bel giorno cambierà, non sarà forse domani, ma un giorno cambierà…

Caro Andrea,

Questa sera, quando tornerai a casa, troverai solo la lettera di una donna che è stanca di aspettare che le cose cambino.
Ti sei abituato ad essere confortato, rassicurato quando ti senti giù, come se fossi un bambino, e in fondo tu godi di queste attenzioni. Ma bambino non lo sei più da anni e io sono stanca di aspettare.
Avevo sognato per noi una vita dignitosa, non volevo le grandi cose che mi promettevi, ma nemmeno sentire la litania del tuo “vedrai che un giorno cambierà”, avevo fiducia in te.
Sapevo che potenzialmente eri un genio, eppure hai gettato via le occasioni che ti si sono presentate per dimostrarlo, per qualche ignota ragione hai sempre trovato delle scuse e detto NO.
Forse hai paura che qualcuno ti dica che non sei il genio che pensi di essere, perché fintanto che nessuno te lo dice chiaramente puoi accarezzare l’idea di esserlo.
Genio incompreso.
Ma il talento, se c’è, ha bisogno di essere stimolato, infiammato di passione, di fatica fino all’esaurimento, deve confrontarsi con gli ostacoli che si presentano, dare vita alla competizione, al desiderio di dimostrare che le tue teorie sono esatte. È questo ciò che avresti dovuto fare tu, quello che mi aspettavo da te, non la gloria, almeno avresti potuto tentare, provarci.
Il tempo passa, anche il tuo genio invecchia, puoi stare tranquillo rimarrà ben nascosto dentro di te. Prima di prendere questa decisione ho letto le vite di grandi uomini e grandi donne, tutti si sono misurati con difficoltà gigantesche, sono stati sfidati, molti hanno vinto, altri hanno contribuito a far vincere, ma la gara è stata ugualmente dura e appassionante, ha bruciato le energie di molti giovani che non si sono arresi, hanno lavorato insieme e lottato per raggiungere il medesimo scopo.
Quando dici che forse domani le cose cambieranno non ti credo più. Sei tu che devi voler cambiare, non dare la colpa agli altri. Avresti voluto che ti accusassi di avermi delusa, non lo farò, non amo le scenate.
Io non sono un genio, madre natura non mi ha regalato talenti particolari, vivo e uso quello che mi ritrovo, e mi fa sorridere l’idea che riesco a ottenere dei successi, piccoli, piccoli, che non modificano il mondo, ma hanno trasformato me.
Per questo mi fa rabbia sapere che invece tu potresti, o avresti potuto, fare qualcosa di più, per te, per me, forse per l’umanità. Ti ricordo che ogni occasione perduta è una porta che si chiude, i tuoi NO faranno in modo che nessuno ti offrirà più niente.
Non posso più aspettare che ti risolva a fare qualcosa, vivi la tua vita come vuoi, io voglio vivere la mia.
Tanti auguri per il tuo futuro.
(ispirato alla canzone Vedrai, Vedrai di Luigi Tenco)

Racconto di Elda Caspani, fotografia di Stella Crowhurst

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Pubblicato il 26 Settembre 2021
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