ACCAM, fumata nera per la messa in liquidazione
Ora si dovrà ricorrere al tribunale per«la messa in liquidazione e per la nomina del liquidatore. All'attacco il consigliere legnanese Franco Brumana: «Chi sta conducendo l’operazione ha subito una pesante sconfitta»
Durante l’ultima assemblea di ACCAM, tenutasi questa mattina (sabato 25 sttembre) non è stata approvata la messa in liquidazione della società. Un passo che come ricorda il consigliere di minoranza Brumana era considerato come «fondamentale nell’operazione per il salvataggio della società e per il mantenimento in funzione dell’inceneritore: non è stato quindi nominato il liquidatore, che avrebbe gestito la società per circa un anno».
La questione dell’inceneritore, tornata anche ieri (24 settembre) in aula consigliare, non smette di essere al centro degli attacchi politici del consigliere Brumana che in queste ore sui social ha precisato: «Le trattative, gli intrighi e i contrasti che si sono susseguiti per accaparrarsi questa carica sono risultate inutili. La coalizione tra forze politiche eterogenee, che sta conducendo l’operazione ha subito una pesante sconfitta perché non è riuscita a conseguire la maggioranza qualificata di due terzi necessaria per la messa in liquidazione. La proposta del sindaco di Legnano di indire una terza assemblea, dopo quelle del 7 settembre e di oggi , per un estremo tentativo di raggranellare i pochi voti mancanti non è stata presa in considerazione. Questa sconfitta potrà essere il primo sassolino nell’ingranaggio molto delicato di una manovra che e’ aleatoria perchè pone gravi problemi di legalità».
Ora, come precisa Brumana, si dovrà ricorrere al tribunale per «la messa in liquidazione e per la nomina del liquidatore con il rischio che un liquidatore imparziale e non legato agli ambienti politici interessati sia scrupoloso e diligente e quindi non assecondi la macchinazione in atto e magari evidenzi le gravi e palesi responsabilità di chi ha dilapidato il denaro pubblico dissipando il capitale sociale e procurando enormi debiti. Possono essere così a rischio anche gli eccessivi profitti attesi da chi confidava di incenerire a Borsano i rifiuti ospedalieri provenienti da ogni parte d’ Italia. Eppure i fautori dell’inceneritore avevano fatto di tutto per ottenere la delibera dell’assemblea di ACCAM ,che necessitava di un voto dei sindaci muniti di una specifica delega dei consigli comunali. A Busto Arsizio era stata approvata una simile delibera in modo illegale perché, essendo già stati convocati i comizi elettorali, il consiglio comunale avrebbe potuto solo approvate una decisione improrogabile. A Legnano il sindaco, che con una lettera del 3 settembre aveva correttamente invocato una procedura trasparente e pubblica per la selezione del liquidatore, nel consiglio comunale di ieri ha cambiato posizione ed ha fatto deliberare il mandato a scegliere il liquidatore senza che le sue giuste richieste fossero state prese in considerazione. A questo punto chi ha a cuore l’ambiente e la salute pubblica, compromessi da un inceneritore obsoleto, inutile e antieconomico, non può che continuare nell’opposizione e constatare che si sta ampliando ogni giorno la consapevolezza della contrarietà agli interessi pubblici dell’operazione in corso».
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