Primi weekend con il green pass a La Tela di Rescaldina: «L’obiettivo è evitare nuove chiusure»
Nessuna difficoltà per il "neonato" obbligo di green pass all'osteria sociale La Tela di Rescaldina, che per ora si gode gli spazi aperti ma è pronta ai controlli
Semaforo verde per i primi fine settimana alle prese con il green pass all’osteria sociale La Tela di Rescaldina dopo che da venerdì 6 agosto in tutta la Penisola è scattato l’obbligo di certificazione verde per cenare nei ristoranti al chiuso e consumare al tavolo nei locali, andare al cinema e a teatro, partecipare a eventi e competizioni sportive, entrare in piscine e in palestre e per fiere, sagre, convegni, parchi divertimento e sale gioco.
«Non abbiamo avuto problemi rispetto al green pass – spiega Giovanni Arzuffi, consigliere di amministrazione della cooperativa La Tela che insieme alla cooperativa Meta gestisce il locale -: abbiamo un bello spazio all’aperto nel quale riusciamo ad ospitare una sessantina di persone, e in questo momento questi numeri sono sufficienti visto il periodo di ferie. Se dovesse esserci maltempo, comunque, siamo pronti per i controlli: abbiamo sempre rispettato tutti i protocolli previsti dalla normativa in questi quasi due anni di pandemia, e anche stavolta per noi non ci sono problemi. Anzi, il green pass può servire a dare sicurezza ai clienti, che si sentono più tranquilli andando a mangiare in un locale dove sanno che i controlli ci sono, e a fare in modo che non ci siano più chiusure».
Proprio le chiusure, infatti, sono state in qualche modo il leit motiv della seconda vita dell’osteria sociale sulla Saronnese, che quando l’emergenza sanitaria ha imposto il primo lockdown era tornata da pochi mesi ad accogliere clienti: nata nel 2015 in un locale confiscato alla ‘ndrangheta, La Tela ha infatti riaperto i battenti a dicembre 2019 dopo lo stop di luglio 2018. «Siamo stati molto segnati dal Covid e dalle chiusure – continua Arzuffi -. Eravamo ripartiti solamente da due mesi quando ci siamo ritrovati con questa tegola sulla testa: come per moltissimi altri locali, anche per noi non è stato facile. Abbiamo fatto ricorso al fondo di integrazione salariale per le cooperative (i fondi di integrazione salariale forniscono strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa dei lavoratori dipendenti di aziende appartenenti a settori non coperti dalla normativa in materia d’integrazione salariale, ndr) e in questo modo abbiamo in parte sopperito alle difficoltà, ma certamente non è stato un periodo tranquillo».
E per ripartire, stavolta definitivamente, quello che serve per quanto possa sembrare scontato è poter lavorare. «In questi mesi ci siamo inventati l’asporto, abbiamo sottoscritto contratti con le aziende della zona per fare da mensa per il pranzo, offriamo tutti i weekend proposte sempre diverse proprio per poter ripartire al meglio, ma l’esigenza base è quella di lavorare e non incappare in altre chiusure perché non possiamo più permettercelo – conclude Arzuffi -. Quando si può rimanere aperti qualcosa si riesce sempre ad inventarsi, il vero problema, anche per il morale, è chiudere, per questo per quanto ci riguarda ben venga qualsiasi strumento ci permetta di lavorare: penso che il green pass sia uno strumento positivo soprattutto per chi fa ristorazione, e conoscendo i nostri clienti, che sono persone che apprezzano il rispetto delle regole, non penso proprio che rappresenterà un problema».
Intanto La Tela è pronta alla prossima stagione e le idee non mancano, dalle proposte culinarie alle cene con delitto, passando per le cene al buio e una mostra dedicata a Gianni Rodari nata da un percorso portato avanti insieme all’associazione culturale ArticoloNove e alle scuole del paese per ricordare lo scrittore, del quale lo scorso anno sono stati celebrati i cent’anni dalla nascita. Tutto sempre all’insegna della filosofia del locale sottratto alla criminalità organizzata: abbinare il cibo con la cultura.
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