Green Pass nei locali, Fipe: “Controllo dei documenti solo in caso di necessità”
Giordano Ferrarese, presidente provinciale per Varese e consigliere nazionale di Fipe Confcommercio commenta le precisazioni del ministero dell'interno. "Chiediamo la collaborazione dei clienti
«Avevamo chiesto di non essere messi nelle condizioni di fare i poliziotti e siamo stato ascoltati». Giordano Ferrarese, presidente provinciale per Varese e consigliere nazionale di Fipe Confcommercio, era stato tra i primi nei giorni scorsi a denunciare l’incongruità del Decreto green pass che, in assenza di specifici riferimenti, sembrava imputare a ristoratori e baristi la verifica anche del documento di identità. Onere che invece la circolare del ministero dell’interno diffusa nella serata di ieri (martedì 10 agosto) viene «giustamente demando alle forze dell’ordine».
L’appello ai clienti
«Come era giusta che fosse», precisa il presidente provinciale della Federazione pubblici esercizi, «ai gestori della attività resta solo l’obbligo di verificare il green pass, prima che il cliente si sieda al tavolo all’interno del locale». Clienti ai quali Ferrarese chiede a nome di tutta la categoria, una volta di più, di collaborare. «Se i dati della “carta verde” (età e sesso) sono in palese contrasto con la persona che abbiamo davanti ci troveremo costretti a chiedere il documento personale. Sono convinto che raramente ci troveremo in questa situazione e se dovesse capitare è importante che ci si renda conto che i pubblici esercenti non sono i cattivi, ma semplicemente persone che vogliono lavorare rispettando le regole e che, come e forse più di tutti, danno il loro contributo a limitare la diffusione del virus».
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