Certi incubi passano: “Jack in Back”
La recensione a cura di Amanda Colombo de La Galleria del Libro di Legnano
Jack is back
di S. Tura
ed. Piemme
€ 18.50
Corrispondente per la Rai da Londra ormai da molti anni, Stefano Tura ci ha anche abituati a thriller tesissimi ambientati in quella che ormai è la sua città di adozione, di cui ci racconta la parte più oscura passando attraverso piaghe immutate nei secoli, dallo sfruttamento della prostituzione alle diseguaglianze sociali, fino all’odio per il diverso.
Il male infatti prospera oggi come nell’epoca tardo vittoriana, quando imperversava Jack the Ripper, emblematico assassino seriale rimasto anonimo e impunito, noto per gli efferati omicidi di prostitute. Oggi un nuovo killer agisce ricordando il criminale attivo nel 1888, ma lo fa con la frenesia tecnologica attuale, grazie a internet, agli smartphone, ai messaggi WhatsApp e i post sui social network. Perchè se c’è una cosa che caratterizza la nostra contemporaneità è che nemmeno un crimine è tale, se non ha un pubblico cui mostrarlo. E il nostro Jack ha scelto come pubblico proprio la polizia.
Derrick Brainblee è un ottimo poliziotto, accurato, affidabile, ha un fiuto che molti nel dipartimento gli invidiano. Negli ultimi tempi, però, i blackout che lo perseguitano da quando aveva venticinque anni stanno diventando sempre più frequenti e dolorosi, facendogli temere una sospensione dal lavoro, la sua unica ragione di vita. Un giorno, riprendendo coscienza dall’onda nera che lo ha avvolto, vede sul suo profilo Instagram un’immagine scioccante: una donna barbaramente uccisa, la gola squarciata, accompagnata dall’hashtag #jib: Jack is back. Pochi istanti dopo la foto è scomparsa, ma per Brainblee quello è solo il primo tassello di una strada lastricata di terrore. Anche perché a ogni risveglio nella sua mente sono impresse immagini raccapriccianti e il suo corpo porta i segni dello scontro. Ma di ciò che abbia fatto in quei momenti non gli resta alcun ricordo. Quello che è certo è che nel mirino di un killer spietato finiscono giovani e avvenenti escort, ragazze immigrate o inglesi fuggite dalla vita di campagna che hanno inseguito il sogno della Londra dalle mille opportunità per fermarsi invece a una esistenza da squillo. Devono soddisfare i desideri proibiti e le perversioni di una clientela che abita attici e case di lusso, uomini ricchi e inaccessibili, simbolo di una disparità sociale che sembra quella di fine ‘800, quando Londra era divisa fra i quartieri residenziali e i bassifondi del proletariato, tipo l’East End. Un tempo abitato dal “popolo degli abissi”, come lo definiva Jack London, oggi meta turistica fra le più alternative tra mostre, mercatini e locali etnici.
Le indagini di Derrick si intrecciano alle vite di una moltitudine di personaggi, da una detective apparentemente infallibile a una giovane studentessa appassionata di delitti dell’epoca vittoriana, da un giovane sadico appartenente alla più alta nobiltà a un esperto di criminologia. Sono tutti attori di uno spettacolo che cela una realtà terribile: c’è un killer tra le strade di Londra che vuole mostrare ogni sua mossa.
Jack is back, e tocca a Derrick far sì che la storia non si ripeta. Una lettura che mette i brividi.
Amanda Colombo – Galleria del Libro
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.