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Stefano Dell’Acqua (UIL) non ha dubbi: “Lo sblocco dei licenziamenti è inopportuno”

La questione viene analizzata da Stefano Dell'Acqua responsabile UR UIL ovest Lombardia e Milano con una serie di considerazioni e una conclusione inequivocabile

Stefano dell'Acqua UIL Legnano

“Blocco o sblocco dei licenziamenti?”. L’argomento è di particolare attualità e sta creando un profondo dibattito in ambito sindacale. Oggi, la questione viene analizzata da Stefano Dell’Acqua responsabile UR UIL ovest Lombardia e Milano con una serie di considerazioni e un conclusione inequivocabile: “il previsto sblocco ai licenziamenti è inopportuno”.

Blocco o sblocco dei licenziamenti: conseguenze, si possono fare molteplici previsione su cosa avverrà a sblocco avvenuto , conseguenze occupazionali , economiche, sociali, nel contesto nazione, regione, area , territorio. Penso che la pandemia rappresenta un punto di cambiamento introdotto nella vita e nell’ economia, delle Nazioni anche nel nostro territorio. Le misure utilizzate per contenere il contagio hanno obbligato tutti, nessuno escluso a compiere delle rinunce cambiando il proprio quotidiano ordinario,ma ha permesso di utilizzare nuovi strumenti ed acquisire nuove abitudini sia in campo lavorativo che in quello sociale, è non sarà lo sblocco dei licenziamenti a salvare Paese e imprenditoria.
Il film in tempo reale di ciò che è accaduto nel mondo del lavoro, oggi assume un valore e una luce diversa, imponendo una conoscenza su ciò che è accaduto e su ciò che potrà accadere in futuro.
Ciò ne consegue che la tenuta occupazionale, dumping , sicurezza della vita dentro e fuori i luoghi di lavoro stabilità,prospettiva di un futuro migliore per il nostro paese passi attraverso due elementi fondanti quali le riforme come testimonia la grande manifestazione nazionale di Torino di ieri di CGIL CSIL UIL e come richiesto anche dalla commissione europea per la concessione dei fondi, il secondo elemento è quanto il tessuto imprenditoriale pubblico e privato hanno voluto, continuando ad investire nella propria attività scommettendo sul futuro assumendo anche in periodo pandemico, nuovo personale in possesso di nuove competenze e avviando processi di riqualificazione dei lavoratori in forza i quali non in possesso di competenze non più appetibili per il nuovo mercato del lavoro. Ritengo necessario attivare iniziative pubbliche per favorire la ripresa, avendo la consapevolezza che la ripresa per forza sarà selettiva, assumendosi la responsabilità di mettere a disposizione risorse a sostegno di ambiti e lavori nei quali la congiuntura sarà più duratura, supportando chi con la pandemia ne ha accelerato il declino, favorendo l’ uscita dal mercato del lavoro che neppure il blocco dei licenziamenti ha saputo contenere. Il 2020 si conclude con 47000 posti di lavoro in meno tra lavoratori dipendenti e lavoratori con altro rapporto, con più 400000 unità sostenute da assegno (assistenziale), i 149 tavoli aperti al MISE per le grandi aziende che minacciano la chiusura (e questo dato tende a crescere) che da troppo tempo non danno risposte .
La maggior parte dei lavoratori oggi collocati in cassa Covid, se non verrà rifinanziata, non vedrà nessun’altra prospettiva al di fuori della Naspi.
Non meno preoccupante è la capacità di investimento nel nostro Paese, la Lombardia in periodo pre pandemia, quindi al 31 dicembre 2019, la colloca al settimo posto nel contesto Nazionale, oggi la solo regione Emilia Romagna risulta alla pari se non la prima in assoluto in termini di investimenti nel contesto dei paesi della comunità Europa. Altro elemento di preoccupazione è l’ analisi dello scenario economico e produttivo della caduta del Pil con -11,6% se confrontato all’ anno 2009 con un – 4,5%, nel contesto area Milano metropoli la situazione non tende al sereno lo scenario economico è in evoluzione, orientato più al pianeta servizi che al sistema produttivo accusando un -9,5% nella produzione , -7,9% nel fatturato, ad eccezione del settore logistica trasporti farmaceutico che sono in espansione ; ciò non ha precluso che anche in questo ultimo settore non vi siano difficoltà occupazionali ricordo i ( quattrocentosette lavoratori Teva di Nerviano).
Appalti e sub appalti nel pubblico e nel privato regolano il mercato , vince la gara chi ha il prezzo più basso anche agevolati dai 900 contratti depositati al CLEN, oggi si parla di semplificazione delle gare d’appalto non sono sufficienti i morti sul lavoro che accompagno la decrescita o crescita della nostra nazione, per non dimenticare nessuno ad esempio (i morti del ponte Morandi ,i morti del Mottarone , la giovine madre di Prato, il lavoratore di Busto Arsizio, il sindacalista morto nel Biellese) vittime esemplari della trascuratezza di norme di sicurezza e oggi parliamo di semplificazione della gara d’appalto, togliere la burocrazia si, ma non può diventare strumento di precarietà a 360 gradi.
Relativamente ai 750 miliardi disponibili per i 27 Paesi della U.E erogabili per i prossimi quattro anni, in parte come prestiti e in parte come sovvenzioni a fondo perso, la Commissione ricorre ai mercati finanziari emettendo titoli a basso tasso d’ interesse a scadenza variabile nel periodo dal 2028 al 2058, è evidente che l’ operazione di recupero prestito non appesantirà i singoli bilanci dei 27 Paesi U.E. immediatamente.
Del 20,4% destinato al nostro Paese il 12% va restituito quindi la maggiore parte. Il contributo di ciascun Paese è proporzionale alla propria quota di PIL proporzionata a quello europeo, la tenuta di una nazione e determinata dal proprio Pil.
Dei 750 miliardi di prestito la maggiore parte di essi sono destinati ad investimenti pubblici e alle riforme. Ma le riforme nel nostro Paese sono ancora disattese.
Si potrebbe continuare ma questi elementi sono sufficienti per dire che è inopportuno il previsto sblocco ai licenziamenti .

Stefano Dell’acqua – responsabile UR UIL ovest Lombardia e Milano

Redazione
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Pubblicato il 28 Giugno 2021
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