La Fondazione Sant’Erasmo tira le somme del 2020: «Mesi difficili, ma il peggio è passato»
La Fondazione Sant'Erasmo, tra le più colpite dalla pandemia, ha diffuso in questi giorni il bilancio sociale 2020, con uno sguardo ai nuovi obiettivi
Tempo di valutazioni per la Fondazione Sant’Erasmo, che in questi giorni ha diffuso il bilancio sociale 2020 che traccia un quadro a 360° non solo della situazione economica, ma soprattutto delle attività portate avanti e dei risultati ottenuti lo scorso anno dalla struttura di corso Sempione e degli obiettivi futuri.
«L’anno 2020 è stato un anno drammatico – sottolineano il presidente Domenica Godano e il direttore generale Livio Frigoli -. Per il Sant’Erasmo, per la Lombardia, per l’Italia e per il mondo intero. La nostra fondazione è stata una delle primissime realtà colpite dal virus. Ed è stata anche una delle prime a informare e raccontare, senza remore, i numeri e le conseguenze dell’epidemia. Abbiamo vissuto mesi di vera e propria difficoltà che hanno spezzato vite umane e annientato legami e affetti. Abbiamo lottato, spesso strenuamente, cercando di invertire la rotta e di uscire a testa alta dalla crisi. Tante cose devono ancora tornare alla normalità, ma oggi possiamo dire che il peggio è passato e il fatto di vedere di nuovo tanti ospiti nella nostra RSA è il segno concreto della nostra ripartenza. Il “bilancio sociale” 2020 racconta soprattutto questo: lo sforzo e l’impegno che la fondazione ha profuso per resistere e ripartire. Ed è anche un atto di ringraziamento alle tante persone, alle famiglie, alle istituzioni, ai dipendenti, ai collaboratori, ai volontari che mai ci hanno lasciato soli: è anche e soprattutto merito loro se oggi possiamo guardare con fiducia ed ottimismo al futuro».
Al Sant’Erasmo il virus ha colpito sia tra gli operatori, sia tra gli ospiti, anche se «il numero ufficiale dei contagi – come precisa la stessa fondazione, è largamente inferiore al numero delle persone che sono state colpite o uccise dal virus». I dipendenti colpiti dal Covid sono stati in totale 52, fra i quali Oualid Ayachi, l’infermiere 50enne che ha perso la lotta contro il virus dopo pochi giorni di ricovero in terapia intensiva. Numero cui vanno ad aggiungersi i malati con collaborazioni a partita IVA o che lavorano in somministrazione. Gli ospiti contagiati, invece, sono stati 81: 64 tra l’inizio della pandemia e i primi giorni di luglio e 17 da lì a fine anno, con 15 decessi. In tutto la fondazione tra la metà di aprile e la fine dell’anno ha effettuato 1.988 tamponi, 1.063 agli ospiti e 925 al personale.
Con il coronavirus, peraltro, la fondazione, come tutti, sta facendo i conti anche quest’anno, e infatti tra le priorità per il 2021 inserite nel bilancio sociale c’è proprio «la gestione dell’epidemia Covid con l’auspicio che, grazie ai nuovi vaccini, si possa rapidamente uscire dallo stato di emergenza». E di pari passo con la pandemia corre anche la questione economica. Il Sant’Erasmo, però, non si ferma lì e guarda oltre, all’adeguamento dello statuto, alla riorganizzazione di ruolo e reparti in corso, alla riattivazione dello Sportello per la Terza Età e di servizi al territorio che l’emergenza sanitaria ha bloccato sul nascere e al consolidamento di servizi come la RSA aperta.
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