“A per non dimenticare” disegni e balli per i malati di Alzheimer
Sono tornate le attività estive della onlus “A per non dimenticare” di Legnano il cui sogno è quello di poter vedere finalmente avere una "casa" nel vecchio Ospedale di Legnano
Disegni, balli e momenti di socializzazione all’aria aperta. Sono tornate le attività estive dell’associazione “A per non dimenticare” di Legnano, realtà impegnata sul territorio dal 2009, che propone iniziative dedicate ai malati di Alzheimer. E il cui sogno è quello di poter vedere finalmente avere una “casa” nel vecchio Ospedale di Legnano.
All’inizio di giugno sono iniziati gli incontri nel parchetto verde con il chiosco tra via Castello e viale Gorizia, a Legnano. La serie di appuntamenti per la “stimolazione cognitiva” durerà sino alla fine di luglio e si terrà tutti i lunedì e i giovedì. Nell’arco di due ore le terapiste propongono attività ludiche per tenere in allenamento la mente.
L’associazione della presidente Laura Viganò, animata da oltre una decina di persone (tra volontari e professionisti), non si è mai fermata durante l’emergenza sanitaria: ha svolto attività sfruttando le nuove tecnologie come i social e whatsapp. La Onlus vede tra le sue fila di volontari anche la geriatra neurologa dr.ssa Carla Pettenati.
Vista la crescente richiesta di questo servizio l’associazione, che in questo momento è ospitata dalla contrada Sant’Erasmo, ha presentato un progetto condiviso anche con l’Asst e il Comune per occupare uno spazio nel vecchio Ospedale di Legnano. Più precisamente nell’ex Psichiatrica da poco ristrutturata. L’obiettivo è quello di trovare finalmente una sede e nel contempo offrire attività seguite maggiormente dai professionisti del nosocomio cittadino. «Per il momento – spiega Viganò – non ci sono ancora sviluppi su questo fronte. Ci auguriamo, però, di avere al più presto risposte dal Comune e dall’Asst. Questa realtà, che al momento è unica sul territorio, sta crescendo e non può continuare ad essere portata avanti solo con la forza del volontariato. Per dare risposte abbiamo necessità di una sede tutta nostra sotto il controllo di esperti sulla malattia dell’Alzheimer».
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