Busto Garolfo torna a colorarsi con “Artistiamo”. Dopo aver cambiato volto alle fioriere posizionate lungo il viale di accesso al parco comunale Falcone e Borsellino e alle panchine del polmone verde, i giovani artisti della scuola secondaria di primo grado Caccia hanno ripreso in mano colori e pennelli e stanno per dedicarsi al corpo esterno del vano ascensore del plesso scolastico e al muretto che collega il cancello dell’istituto al parcheggio.

Nato come uno strumento per aiutare i ragazzi a scegliere in modo consapevole “cosa fare da grandi”, a partire proprio dalla scelta più immediata, ovvero quella della scuola superiore, il laboratorio è subito diventato qualcosa di più di un potenziamento delle due canoniche ore settimanali di lezione dedicate all’arte, trasformandosi in un vero e proprio momento di socializzazione, di ideazione e di realizzazione grazie al quale i ragazzi danno un contributo concreto per rendere più bello il loro paese.

«Il laboratorio prevede sei incontri di due ore e mezza ciascuno e, come ogni anno, punta a rendere più bello un angolo del nostro paese con opere progettate e realizzate dai ragazzi, non necessariamente gli stessi – spiegano gli insegnanti che stanno facendo da cabina di regia ad “Artistiamo” -.  Lo scopo del corso è sempre lo stesso: potenziare le capacità artistiche, aumentare il senso civico e rafforzare il rendimento scolastico creando un circolo virtuoso. Abbiamo ricevuto molte domande, segno che i ragazzi apprezzano questo tipo di attività».

Quest’anno sono venti i ragazzi che, divisi in due gruppi, stanno partecipando al laboratorio: Fabrizio Barin, Greta Bertola, Stefan Bodarey, Gioia Caristo, Mariana Ceriotti, Luca Crespi, Davide Crotti, Gabriele Cutrignelli, Alessio Lazzaroni, Gianluca Letizia, Samuele Lioy, Alessandro Piana, Lorenzo Pinciroli, Federico Re, Clelia Risi, Gaia Rossetti, Giada Vanoli, Bianca Vigoni, Alessandro Volpi e Alessandro Zocche.

«Mi piace disegnare e volevo passare del tempo in più a scuola facendo un’attività che mi piace e che trovo divertente», racconta Samuele, e Davide aggiunge: «Volevo provare l’emozione di dipingere sui muri, una cosa che mi ha sempre attratto». Ma non c’è solo la passione per i colori alla base della scelta di partecipare al laboratorio: «Oltre a tutto questo, volevo anche abbellire il posto che frequento di più, cioè la scuola», aggiunge Federico, cui fa eco Gioia: «È bello stare in un posto bello, rende l’umore diverso».