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Venduta la ex Sices-Pensotti di via Boccaccio a Legnano

Gli ex dipendenti proprio in questi giorni stanno ricevendo parte del credito stipulato con il fallimento. Trattative in corso anche per gli ex uffici in via XX Settembre

ex sices

L’immobile della ex Sices di Legnano in via Boccaccio è stato venduto. Una notizia importante per gli ex dipendenti che proprio in questi giorni stanno ricevendo parte del credito stipulato con il fallimento della Pensotti Fabbrica Caldaie di Legnano avvenuto il 10 marzo del 2019. Secondo indiscrezioni l’area industriale sarebbe stata acquisita da un’importante società del campo della moda già presente sul territorio, mentre sarebbero in corso trattative per la vendita degli uffici di via XX Settembre

Ad annunciare la novità è Franco Lizzi, ex lavoratore Pensotti e ormai anche ex rappresentante RSU della fabbrica. Di fatto gli ex lavoratori e l’INPS sono i creditori privilegiati a cui spettano i primi ricavi delle somme recuperate dal curatore fallimentare che ha il compito di vendere le aree dell’ex Sices: «In questi giorni sta arrivando agli ex lavoratori una parte dei crediti con la speranza di poterli recuperare tutti, perché con questo riparto per il momento il recupero si aggira a solo 65% del totale. L’augurio è che le trattative per la vendita degli immobili, ex uffici di via XX Settembre civico 30 vadano in porto. Confidiamo, quindi, nel lavoro che fino ad ora sta svolgendo il curatore Marco Bianchi di Varese».

I crediti che spettano ancora agli ex dipendenti sono lo stipendio del gennaio 2018, le ferie, la tredicesima e il mancato preavviso. Il TFR, invece, è già stato liquidato da INPS. «Si spera anche che si possa far recuperare parte del credito ai fornitori, che hanno lavorato e che si sono trovati coinvolti in questo silenzioso fallimento: un dramma che ha lasciato indifferenti i politici legnanesi – afferma Lizzi -. Sono trascorsi due anni dal fallimento e a oggi ci sono ancora 4/5 ex lavoratori tra ingegneri, impiegati e operai che non hanno trovato un ricollocamento e sono in mezzo alla strada: pensare che ai tempi i dipendenti della Pensotti superavano le 150 unità».

«La causa del fallimento – ha poi ricordato l’ex rappresentante RSU – è stata un buco nel bilancio di ben 55,8 milioni di euro. L’azienda di Legnano era sana, ma il Gruppo non lo era. Le banche hanno così chiuso i rubinetti alla Pensotti che non ha più potuto prendere ordini. Spero proprio, per la dignità dei lavoratori e dei fornitori, che si vada ad indagare sui bilanci degli ultimi anni della Pensotti: il curatore fallimentare, il giudice delegato, la Procura e la guardia di finanza devono andare fino in fondo ad accertare le responsabilità di questo fallimento evitabilissimo».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Maggio 2021
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