Aggressione sul treno, i sindacati proclamano lo sciopero: “Ora basta”
Protesta di un’ora dalle 17 alle 18 di oggi, martedì 27 aprile. A decidere la mobilitazione Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Fast, Faisa e Ugl
Protesta di un’ora dalle 17 alle 18 di oggi, martedì 27 aprile. A decidere la mobilitazione Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Fast, Faisa e Ugl dopo l’aggressione ai danni di un macchinista nella prima mattinata sulla linea S9 ad opera di un gruppo No-Tav che ha imbrattato un treno in partenza per Saronno.
Contestazione No Tav, oscurato il treno Saronno-Milano-Albairate e “spruzzato” il macchinista
«Un’ennesima aggressione al personale ferroviario, questa mattina un macchinista è stato aggredito da un gruppo NOTAV che sembra abbia sequestrato il mezzo. Una condizione di rischio non più accettabile per i lavoratori e i cittadini che i diversi tavoli istituzionali non sono riusciti ad affrontare – spiegano i sindacati -. È necessario che si passi dagli impegni ad alcune scelte concrete ad incominciare dall’incremento di sorveglianza nelle stazioni e a bordo treno in un’azione coordinata tra forze dell’ordine, aziende ferroviarie, prefetture e regione Lombardia. Per queste ragioni, per la sicurezza di chi lavora e di chi viaggia, i lavoratori del trasporto ferroviario si fermano un’ora. Ora le istituzioni e l’azienda facciano la loro parte».
Nel pomeriggio anche Trenord che «ribadisce la propria vicinanza al sua macchinista», ha diramato una nota spiegando che «l’agitazione indetta senza preavviso potrà generare significativi disagi per i viaggiatori, causando ritardi e soppressioni per i treni regionali, suburbani e il collegamento Malpensa Express di Trenord. Le ripercussioni dello sciopero potranno protrarsi fino alla ripresa del servizio di domani mattina».
L’azienda ricorda ai viaggiatori che a bordo dei treni è in vigore il limite di accesso fino al 50% della capienza totale definito dalle Autorità. Per questo, è richiesto ai passeggeri di occupare tutti i posti a sedere, evitando di sostare in piedi nei corridoi o negli spazi di discesa e salita. Nel caso in cui a bordo di un convoglio si sia già raggiunto il limite consentito, si chiede ai passeggeri di non insistere nella salita e di attendere il treno successivo.
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