Sanavia (Confartigianato Alto Milanese): “Il made in Italy fondamentale per la riuscita della ripartenza”
Il presidente di Confartigianato Imprese Alto Milanese commenta i dati elaborati da Confartigianato Studi
La ripresa, è ormai opinione condivisa, sarà condizionata dall’andamento del piano vaccinale, che consentirà un allentamento progressivo delle restrizioni. Accelerare il passo è un primo elemento indispensabile per far fronte alle diverse conseguenze negative derivanti dallo shock pandemico che si è riverberato su famiglie e imprese, aggravando la condizione generale del contesto economico e sociale.
Il Presidente di Confartigianato Imprese Alto Milanese Gianfranco Sanavia commenta: «Il mercato del lavoro sconta l’effetto-Covid con una perdita nel 2020 di 84 mila posti di lavoro nella sola Lombardia, pari ad una contrazione del -1,9%. Tra le categorie più colpite le donne e i giovani. L’occupazione femminile in Lombardia perde 26 mila unità pari al -1,3% e quella giovanile – 15-34 anni – perde 46 mila unità pari al -4,4%. Il percorso di transizione, cambiamento e mutazione è fondamentale. Occorre puntare ad obiettivi precisi per recuperare il tempo perduto a causa della pandemia e per rimuovere i molteplici ostacoli già presenti precedentemente allo scoppio della crisi odierna: la scarsa digitalizzazione della P.A., i ritardi dei pagamenti della P.A., l’eccessiva burocrazia fiscale misurabile a livello nazionale e che vede l’Italia occupare il 128° posto nel mondo e l’ultimo in Europa per complessità e tempi necessari alle imprese per pagare le imposte; e la durata insostenibile dei procedimenti civili – nel nostro Paese per risolvere una disputa commerciale servono 1.120 giorni, tempi dilatati che ci collocano al 122° posto nel mondo e al terz’ultimo nell’Unione europea».
«Tra gli obiettivi di ripresa figura la transizione green, che sottende la volontà di rendere l’economia più rispettosa dell’ambiente. Il compimento del percorso di transizione verde è possibile solo se verrà coinvolto anche il tessuto produttivo. prosegue ancora Sanavia -. Ad oggi le imprese che hanno portato avanti azioni concrete a favore della sostenibilità ambientale – riduzione utilizzo risorsa idrica e di produzione di rifiuti, riciclo, uso materie prime seconde, etc.- e investimenti per ridurre l’impatto dell’attività di impresa sull’ambiente sono il 64,7% del totale e il 64,3% delle MPI, valori che posizionano la nostra regione in penultima posizione nella classifica nazionale, dando evidenza dell’ampio margine di miglioramento che può essere messo in pratica».
Diviene fondamentale puntare sulle competenze anche per attivare il percorso di digitalizzazione del sistema. Sanavia ricorda: «Per cambiare non bisogna tralasciare la componente del capitale umano”. Affinché avvenga la transizione digitale ricoprono un ruolo rilevante le competenze digitali elevate: ad oggi nella nostra regione ne sono in possesso il 26,6% delle persone tra i 16 e i 74 anni, valore che posiziona il territorio lombardo in 3^ posizione nella classifica nazionale”. La quota di imprese che ha effettuato nell’anno della pandemia almeno un investimento in ambito tecnologico si attesta al 69,4% (2° valore più alto dopo quello registrato dal Veneto), superiore di 12,3 punti rispetto alla quota rilevata nel periodo pre pandemia».
Conclude Sanavia: «Per una reale riuscita della ripartenza diventa fondamentale mettere in campo azioni di rafforzamento del made in Italy. Questo è necessario per lo più dopo l’anno pandemico che ha messo sotto stress il commercio mondiale. La Lombardia nel 2020 ha registrato un calo a doppia cifra dell’export di prodotti manifatturieri (-10,2%) e per l’export di micro piccola impresa, alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altra manifattura , che segna una riduzione del 13,8%. La moda è il comparto manifatturiero che ha maggiormente sofferto gli effetti della recessione. La caduta dei ricavi nel Tessile Abbigliamento Calzature è del 22% di intensità doppia della media delle imprese, con minori vendite per 17,9 miliardi di euro: la sola moda italiana registra una perdita di ricavi che è 3,6 volte quella stimata per le stagioni 2019/20 e 2020/21 per le squadre di football dei principali campionati europei. La moda è un asset strategico dell’economia italiana e deve trovare sempre più centralità nell’agenda del Governo. Investire in questo settore e nella filiera, significa investire nel Paese. Non possiamo permetterci di perdere ulteriori posti di lavoro, mettere a rischio tante piccole e medie aziende e le nostre eccellenze».
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