Asilo chiuso anche per bimbi disabili in zona rossa, l’opposizione: «La giunta non aveva piani»
A Villa Cortese continuano le schermaglie politiche nate intorno alla alla chiusura temporanea della scuola dell'infanzia Speroni Vignati anche per i bimbi disabili
Le scuole dell’infanzia hanno riaperto le porte ai più piccoli già da dopo le festività pasquali, ma a Villa Cortese ancora non si è spenta la coda delle polemiche nate intorno alla chiusura temporanea della scuola dell’infanzia Speroni Vignati anche per i bambini portatori di disabilità.
Era stata la lista di opposizione NuovaMente Villa, qualche settimana dopo il ritorno della Lombardia in zona rossa e il nuovo stop alle scuole, a portare l’attenzione sulla chiusura della scuola dell’infanzia del paese, chiedendo conto alla giunta delle decisione di non aprire alla frequenza nemmeno per i bambini portatori di disabilità e sottolineando le criticità nell’interruzione della continuità scolastica e il disservizio per le famiglie. Critiche respinte al mittente dalla maggioranza, con l’assessore alle politiche educative Tiziana Olgiati e il vicesindaco Gianbattista Bergamaschi che avevano spiegato i motivi della temporanea chiusura, i servizi alternativi di supporto alle famiglie messi in campo dall’amministrazione e i progetti attivati per la ripartenza. Nei giorni scorsi, poi, i chiarimenti forniti dalla giunta Barlocco all’indomani dell’interrogazione presentata dalla minoranza si sono tradotti in una risposta scritta alle richieste di chiarimenti di NuovaMente Villa. Risposta che ha però rinfocolato il dibattito e portato ad una netta presa di posizione da parte delle minoranze, alle quali la replica della maggioranza è parsa «una presa per i fondelli».
Scuola Materna di Villa Cortese: riapre con micro gruppi per bimbi disabili
«Nell’interrogazione chiedevamo perché, nonostante quanto previsto dalla norma, da lunedì 15 marzo la scuola materna Speroni Vignati è stata chiusa totalmente, anche per quanto riguarda i bambini portatori di disabilità, arrecando un grave disagio alle famiglie – sottolinea Alessandro De Vito, capogruppo di NuovaMente Villa in consiglio comunale -. Chiedevamo chi ha preso la decisione di disporre la chiusura della scuola nonostante quanto disposto dalla norma e per quale motivo (contrariamente a quanto accaduto in tutti i comuni limitrofi). Chiedevamo se gli assessori Bergamaschi e Olgiati (che non hanno nemmeno firmato il testo della risposta, lasciando questa incombenza al sindaco) rispettivamente assessore ai servizi sociali e all’istruzione, fossero informati sulle intenzioni della scuola e quali sono state le iniziative messe in campo dagli stessi per garantire sostegno alle famiglie. Chiedevamo anche qual era il piano predisposto dalla giunta e dall’amministrazione della scuola Scuola Speroni Vignati in vista dell’annunciata zona rossa. Non ci è stata data risposta a quasi nulla di tutto ciò, solo una cronistoria degli eventi intrisa di omissioni».
«Tra le righe possiamo capire che la giunta non aveva predisposto alcun piano per garantire sostegno nei confronti delle famiglie con bambini diversamente abili, penalizzate dalla chiusura, nonostante la zona rossa fosse annunciata da settimane – continua De Vito -. Così come non aveva alcun piano l’amministrazione della scuola, retta dalla stessa parte politica che governa il municipio. Quello che non sappiamo è se gli assessori Bergamaschi e Olgiati fossero almeno stati coinvolti dal presidente dal consiglio di amministrazione della scuola, Giovanni Alborghetti, nostro ex sindaco, nominato dalla giunta stessa, sulla decisione. In ultimo possiamo dire che quando ci viene detto che veniva “segnalata alle famiglie la possibilità di attivare il sostegno a domicilio messo a disposizione dall’amministrazione comunale” bisognerebbe dire anche che tutto ciò è avvenuto solo dopo giorni, lasciando le famiglie per una settimana intera senza servizio. Ciliegina sulla torta, il testo esatto della risposta all’interrogazione a noi pervenuto il 15 aprile, è stato comunicato paro paro, parola per parola, prima che a noi, agli organi di stampa il 26 marzo scorso. Un insulto».
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