Busto Garolfo, il consiglio comunale chiede la cittadinanza italiana per Patrick Zaki
Anche il consiglio comunale di Busto Garolfo spinge per la cittadinanza italiana a Patrick Zaki e perché il Governo faccia tutto il possibile per il suo rilascio
A pochi giorni dal via libera bipartisan del Senato all’ordine del giorno unitario per conferire la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, ricercatore 29enne agli arresti dal 7 febbraio 2020 in Egitto con l’accusa di propaganda sovversiva, anche da Busto Garolfo arriva una voce di «solidarietà, sostegno e vicinanza alla famiglia e alle università di Bologna e Granada» e la richiesta di concedere al giovane «la cittadinanza italiana per meriti speciali» e di «promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune, con particolare riferimento all’Unione Europea, l’impegno a favore del suo rilascio».
A portare la questione tra i banchi del consiglio comunale con una mozione ad hoc è stato il consigliere di maggioranza Marco Zangirolami, nelle cui parole l’aula ha ripercorso le tappe del calvario del ricercatore dell’ONG egiziana Egyptian Initiative for Personal Rights, cominciato con l’arresto del 7 febbraio all’aeroporto del Cairo mentre stava rientrando nel suo Paese per una visita ai familiari e proseguito con continui prolungamenti della carcerazione, l’ultimo lo scorso 7 dicembre.
«La vicenda di Patrick ricorda purtroppo da vicino la storia di Giulio Regeni, il dottorando italiano dell’università di Cambridge in Egitto per svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani che scomparve dal 25 gennaio 2016 fino al 3 febbraio, quando il corpo nudo e mutilato fu ritrovato in un fosso alla periferia del Cairo – ha sottolineato Zangirolami -. I familiari, associazioni come Amnesty International, membri del mondo accademico, intellettuale e politico, un Paese intero, attendono di conoscere ancora oggi la verità dopo cinque anni dalla sua morte, senza concreti aiuti dalle autorità egiziane la cui promessa di piena collaborazione è stata smentita nel tempo. Non possiamo permetterci un nuovo caso Regeni: accanto alla continua ricerca della verità per quest’ultimo dobbiamo impegnarci affinché la violazione dei diritti umani nei confronti di Patrick Zaki non sfoci in una nuova tragedia. Zangirolami nella mozione ha sottolineato anche l’importanza di mantenere «alta l’attenzione e la pressione da esercitare quotidianamente affinché Patrick venga finalmente liberato, forti di un sentimento che condanna la violenza e qualsiasi sopruso, qualsiasi mancato rispetto dei diritti base dell’uomo condivisi storicamente dalla nostra città».
La mozione ha incassato anche il sostegno dell’opposizione. «Esprimiamo vicinanza e sostegno alla famiglia e auspichiamo quanto prima la liberazione di Patrick Zaki – è la posizione espressa dalla consigliera Sabrina Lunardi -. Troviamo gravissimo che il giovane studente e ricercatore egiziano, impegnato nella difesa dei diritti umani, si trovi in detenzione preventiva senza un processo da oltre un anno, con accuse infondate, senza alcun rinvio a giudizio e senza alcuna certezza sul suo futuro, in condizioni di tortura psicologica che si sommano alle durissime privazioni all’interno del carcere. Come già deliberato in Senato il 14 aprile, riteniamo doveroso concedere la cittadinanza italiana, per motivi umanitari più che per meriti speciali, riteniamo opportuno che sia sollecitata una decisa azione diplomatica verso le autorità egiziane e ci auguriamo che quanto prima le pressioni del Governo italiano ed europeo riescano ad ottenere per lui la scarcerazione e il ritorno in Italia».
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