Storia di una vita soffocata dal bisogno: “Quando tornerò'”
Una storia potente e preziosa, che non consente al lettore di voltare la testa dall'altra parte davanti a una di quelle vite che, normalmente, ci scivolano davanti agli occhi nella nostra quotidianità
Quando tornerò
di M. Balzano
ed. Einaudi
€ 18.50
Dotato di straordinaria empatia, mosso dal desiderio di usare la narrativa come lente per fare luce su storie scomode e troppo poco raccontate, Marco Balzano in questo romanzo riesce ancora una volta a restituirci una realtà vera e vissuta, dolorosa e mai edulcorata: la vita delle migliaia di donne che lasciano i paesi dell’Est per trovare lavoro nelle nostre case, per occuparsi dei nostri bambini o dei nostri anziani, con l’obiettivo di rendere meno dura la vita della famiglia che hanno lasciato e il sogno di poter – presto, un giorno – tornare a casa. Una per tutte, ecco Daniela.
Daniela ha un marito disoccupato, due figli adolescenti e un lavoro sempre piú precario. Quando si rende conto che il marito non ha intenzione di trovarsi un nuovo impiego, e che le spese per l’università della figlia maggiore e quelle della scuola del più piccolo sono troppo alte per poterle sostenere con il suo misero stipendio, decide di partire. E lo fa fuggendo di casa come una ladra, in piena notte, senza salutare nessuno. Le sembra che così sia più facile lasciare la Romania per raggiungere l’Italia, un posto pieno di promesse dove i sogni sembrano piú vicini.
Si trasferisce cosí a Milano, dove inizia la trottola dei lavori: badante, baby-sitter, infermiera… Ogni incarico sembra il definitivo, quello meritevole di un contratto che invece non arriva mai, spesso sostituito da un frettoloso licenziamento che la obbliga ogni volta a ricominciare da capo. Dovrebbe restare via poco tempo, solo per racimolare un po’ di soldi, invece pian piano la sua vita si sdoppia e i ritorni si fanno sempre piú rari. Anche perchè si accorge che ogni volta che torna nella sua vecchia casa di campagna i figli sono più ostili, il marito piú distante. Il giovane Manuel – che al telefono continua a chiederle regali e le rinfaccia la lontananza – le riserva un misto di desiderio e rabbia, mentre Angelica la ignora, divisa com’è fra il rancore per essere dovuta crescere troppo in fretta e il desiderio di lasciarsi tutto e tutti alle spalle e rifarsi una vita all’università.
Mentre è a Milano, un giorno Daniela riceve una telefonata terribile: suo figlio Manuel ha avuto un incidente. Tornata in Romania, Daniela siederà accanto al ragazzo addormentato trascorrendo ostinatamente i suoi giorni a raccontargli di quando erano lontani, nella speranza che lui si svegli. Con una domanda sempre in testa: una madre che è stata tanto tempo lontana può ancora dirsi madre?
A narrare questa storia sono Manuel, Daniela e Angelica. Tre voci per un’unica vicenda: quella di una famiglia esplosa, in cui ciascuno si rende conto che ricomporre il mosaico degli affetti, una volta che le tessere si sono sparpagliate, è la cosa piú difficile.
Una storia potente e preziosa, che non consente al lettore di voltare la testa dall’altra parte davanti a una di quelle vite che, normalmente, ci scivolano davanti agli occhi nella nostra quotidianità.
Amanda Colombo – Galleria del Libro
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