2.700 operatori sanitari lombardi chiedono di poter mandare i loro figli a scuola in presenza
Tra loro anche una quarantina di operatori legnanesi, impegnati soprattutto all'ospedale cittadino
E’ firmata da 2700 operatori sanitari lombardi, medici, infermieri, ostetriche e OSS per chiedere di poter mandare i loro figli a scuola in presenza una lettera inviata ai ministri dell’Università, della Salute e dell’Istruzione, al governatore Fontana e al sindaco di Milano Sala. Tra loro anche una quarantina di operatori legnanesi, impegnati soprattutto all’ospedale cittadino.
Siamo medici, operatori sanitari e soprattutto genitori che lavorano presso alcune aziende ospedaliere della Regione Lombardia, impegnate nel fronteggiare la pandemia COVID che, proprio in questi giorni, ci sta investendo con una nuova ondata.
Vorremmo portare alla vostra attenzione la situazione di difficoltà e di abbandono in cui nuovamente, dopo un lungo anno di battaglie e di abnegazione, ci troviamo a vivere. Giovedì 4 marzo ci siamo trovati all’improvviso privati della possibilità di mandare i nostri figli a scuola.
Dopo una iniziale decisione di prosecuzione della didattica in presenza per i figli di noi operatori sanitari, in data 8 marzo abbiamo appreso con sgomento che questa decisione è stata ritrattata, con effetto immediato.
Pur ritenendo che in una società civile il diritto/dovere all’istruzione e all’educazione sia una priorità per chiunque, non vogliamo entrare nel merito della decisione di sospendere le attività scolastiche in presenza. Tuttavia, consapevoli dei problemi e delle difficoltà che questo comporta per le famiglie tutte, ci preme sottolineare che l’intempestiva revoca della possibilità di rientro a scuola per i nostri figli mette a rischio, in un momento nuovamente così delicato come quello che stiamo vivendo, la nostra presenza continuativa sul campo come operatori sanitari impegnati in prima linea.
Pertanto domandiamo che venga riconsiderata la possibilità di far accedere alla didattica in presenza i figli del personale sanitario che presta servizio nella gestione dell’epidemia COVID, come inizialmente deciso.
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