Presentato alla stazione centrale di Milano il primo treno sanitario dedicato alla Covid
Si tratta di un convoglio che consente di trasferire e curare i pazienti con personale sanitario dedicato su carrozze equipaggiate con specifiche attrezzature mediche
Parte dalla Lombardia il primo treno sanitario dedicato all’emergenza Coronavirus: è stato presentato alla Stazione Centrale di Milano dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, affiancato dall’assessore al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni, dall’amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi e dal direttore generale dell’Agenzia Regionale per l’Emergenza Urgenza (AREU), Alberto Zoli.
Si tratta di un convoglio che consente di trasferire e curare i pazienti con personale sanitario dedicato su carrozze equipaggiate con specifiche attrezzature mediche. È stato progettato per offrire un livello di assistenza sanitaria fino alla terapia intensiva, anche in biocontenimento, con la possibilità di integrare altre carrozze con ulteriori funzioni medico-sanitarie.
Ognuna delle tre carrozze sanitarie può trasportare fino a sette pazienti per un totale di 21 postazioni disponibili. Queste carrozze sono gestite da personale sanitario specializzato, personale tecnico-logistico e di direzione per un massimo di 45 operatori.
Il convoglio, che sarà impiegato a servizio del Paese per emergenze e calamità, è stato realizzato da Trenitalia (Gruppo FS Italiane) nelle Officine Manutenzione Ciclica di Voghera in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile e dell’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza della Lombardia (AREU).
Il treno può avere la funzione di trasporto pazienti verso altre zone d’Italia o all’estero per alleggerire la pressione sulle strutture ospedaliere, oltre a rappresentare un’integrazione al servizio sanitario territoriale per la gestione delle emergenze, in caso di utilizzo come Posto Medico Avanzato.
L’utilizzo del treno è definito da una convenzione sottoscritta da Trenitalia, Dipartimento della Protezione Civile e AREU. “Un anno fa – ha detto il direttore dell’Areu Alberto Zoli ha invece ricordato la genesi di questo treno. – abbiamo avuto l’idea di un treno con queste caratteristiche perché necessitavamo di un mezzo diverso dall’aereo in una situazione molto critica. A marzo abbiamo trasferito 120 pazienti intubati e ventilati, di cui 80 in altre Regioni d’Italia e 40 in Germania. Ad oggi, sono invece 30 i pazienti trasferito da Brescia in altre province della Lombardia”.
Un'”ottima iniziativa” secondo il presidente Fontana, frutto della “collaborazione fra istituzioni, Areu, Protezione civile e Trenitalia che consentirà di attivare “un vero e proprio ospedale mobile che può arrivare ovunque ce ne sia bisogno”. “Ognuno degli attori in campo – ha continuato il governatore – ha messo del suo e, insieme, abbiamo creato qualcosa che è già un modello”. L’auspicio è quello che “non ce ne sia mai bisogno, ma ancora una volta è la dimostrazione che la qualità in Lombardia non manca mai e che la collaborazione porta risultati eccellenti”. IL TRENO, COM’È FATTO – Il treno è costituito da otto carrozze e due locomotori posizionati alla testa e alla coda del convoglio.
Le carrozze sono così suddivise:
– tre carrozze sanitarie con posti letto di terapia intensiva per pazienti ventilati in modo invasivo;
– due carrozze tecniche necessarie per il funzionamento delle apparecchiature medicali e, in particolare, per ospitare i gruppi elettrogeni che creano un sistema indipendente di alimentazione delle dotazioni sanitarie;
– due carrozze di cui una con posti letto per il personale e la seconda predisposta per il coordinamento tecnico-sanitario e per l’area filtro necessaria per il passaggio tra l’area pulita e l’area operativa;
– una carrozza magazzino per il trasporto di tutti i materiali e dei dispositivi medici.
ATTREZZATURE SANITARIE – Il treno ha un’attrezzatura minima necessaria a gestire qualsiasi tipo di emergenza o calamità così composta:
– 21 ventilatori polmonari;
– 1 ecografo;
– 2 emogas analizzatore;
– 21 fra monitor, aspiratori e altre attrezzature;
– 3 postazioni di monitoraggio.
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