“Il mostro non è il coronavirus, ma l’uomo”, l’enigma svelato dagli infettivologi Garavelli e Viganò
Il dott. Pietro Luigi Garavelli e il dott. Paolo Viganò a ruota libera nella video conferenza curata dal Lions Club Parabiago Maggiolini
Il dott. Pietro Luigi Garavelli , primario di Infettivologia dell’Ospedale Maggiore di Novara, e il dott. Paolo Viganò, già primario di Infettivologia dell’Ospedale di Legnano, non hanno dubbi. Il Coronavirus non è un mostro. Il Coronavirus, come tutti gli esseri viventi, “fa il suo sporco lavoro di sopravvivere, di sfuggire alla nostra caccia, rappresentata da farmaci e vaccini”.
Quindi? “Quindi il mostro è l’uomo – ha affermato il dott. Garavelli nell’evento online curato dal Lions Club Parabiago Maggiolini, cui hanno aderito i comuni di Legnano, Parabiago, Canegrate e il Distretto 108 lb1 – , perchè l’uomo si comporta come non dovrebbe comportarsi e favorisce l’aggressione del virus. E’ l’uomo il mostro, perchè confonde e si confonde. Perchè si dibatte in attese che vengono disattese”.
Una video conferenza, quella di venerdì sera, che ha mostrato un dott. Viganò meno ottimista del solito: “Faccio fatica a capire quale possa essere una via d’uscita. Siamo passati da una prima fase con una società solidale a una seconda molto, molto più pesante e critica. Non per minori informazioni ma per una situazione di stallo”.
Il medico, che apprezziamo sempre per l’ironia con cui arricchisce i suoi commenti, non fa eccezione nemmeno in questa serata: “Il camioncino dell’Algida che arriva dal Brennero non c’è più – il riferimento dell’infettivologo è al primo arrivo in Italia dei vaccino Pfizer portato dal Belgio con un furgone-frigor -. Adesso, ci sono le varianti, tipiche di un virus , ma che incutono preoccupazione e tensione”.
Viganò non fa sconti nemmeno sui vaccini. Anche qui la metafora fa sorridere, ma anche riflettere: “Gli attuali vaccini sono come i sacchetti di sabbia che mettiamo sugli argini di un fiume in piena. Non sono il Mose della laguna veneta. Così, quando il fiume esce dagli argini, ci troviamo con i piedi bagnati”. Prosegue ancora il medico: “Siamo in trincea, non in una prateria mentre al galoppo inseguiamo uno spaventato nemico in fuga. Siamo in una fase sperimentale dei vaccini, che abbiamo standardizzato come definitiva e certa”.
“Esprimere dubbi e obiezioni, in questo momento, sembra trasformarci in un No Vax oppure in un complottista. Eppure, una vaccinazione di massa come quella in atto si imbatte in una popolazione così carica di problemi e patologie da creare situazioni difficili da gestire, da spiegare, da risolvere”, così invece il dott. Garavelli nel fornire risposte alle domande proposte durante l’evento da parte di alcuni partecipanti.
Insomma, dai due medici esce uno scenario molto vago che sarà ancora così per un tempo impossibile da quantificare. Uno scenario che sembra quasi trasformarsi da pandemico (che tocca tutto il territorio) in endemico (che diventa radicato sul territorio). Da qui il comune appello: “I vaccini sono solo un modo per non rincorrere il virus, ma per passargli davanti e bloccarlo. Tuttavia, restano sempre fondamentali e attuali le regole della mascherina indossata correttamente, il mantenimento delle distanze e l’igienizzazione delle mani“. Utili contro ogni virus e variante!
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